ItaliaOggi: Abruzzo, salta il tagliacattedre
Il governo prepara il decreto che autorizza l'assegnazione alle scuole di personale in deroga
Di Alessandra Ricciardi
Moratoria di un anno del piano che elimina 1.108 posti
È una delle tappe del dopo Pasqua del piano straordinario per l'Abruzzo. E ci stanno lavorando, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i vertici dei due ministeri maggiormente coinvolti, quelli dell'Istruzione e dell'Economia. Si tratta di un provvedimento, probabilmente un decreto del presidente del consiglio dei ministri, che autorizza l'assegnazione di personale alle scuole in deroga alle disposizioni vigenti: di fatto congelerà per un anno i tagli agli organici che sarebbero altrimenti scattati nelle scuole abruzzesi. L'obiettivo è di dare un contributo tangibile, in questo caso sotto il profilo dell'occupazione che dipende direttamente dallo stato, alla regione duramente colpita dal sisma e che impiegherà non poco -anche alla luce della congiuntura economica- a rimettersi in piedi. Sono 1.108 le cattedre che, stando al decreto sul personale per l'anno scolastico 2009/2010 deliberato dal ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, dovrebbero essere cancellate a settembre. Posti in meno che si tradurranno in particolare in un mancato rinnovo dei contratti a temp-o determinato, quelli che oggi vengono invece sottoscritti a copertura dei posti di organico non coperti da titolari. La moratoria consentirebbe di eliminare dal quadro dei problemi da risolvere in Abruzzo quelli connessi al precariato scolastico. Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, dovrà dare il via libera sul fronte degli oneri finanziari, visto che si tratta di rinviare una riduzione di personale per la quale la Finanziaria estiva 2008 prevede la garanzia della clausola di salvaguardia: ovvero, niente trasferimenti di risorse alla fonte se non si realizzano i risparmi previsti. Ma, del resto, dire di no a una dilazione, a fronte dell'impegno profuso in prima persona dal premier Silvio Berlusconi per il caso Abruzzo, sarebbe assai difficile. E impopolare.