Scuola, una finta classe in piazza per fare il punto sui tagli
Aumentano gli studenti (+153) e calano gli insegnanti (-52): gli addetti ai lavori ne parlano con sindacati e sindaci. Allarme sovraffollamento
ENRICO SANTUS LIVORNO fircro@unita.it
Sarà un anno scolastico non facile quello che partirà a settembre negli istituti della provincia di Pisa. L'applicazione per il terzo anno della riforma Gelmini-Tremonti, insieme ai pesanti tagli, sta portando la scuola a un impoverimento che ne mette a rischio la stessa sussistenza. A parlarne in piazza XX settembre, in una finta classe composta da banchi, cattedra e lavagna, sono stati i rappresentanti delle categorie che nella scuola vivono e lavorano (insegnanti, studenti e genitori) insieme ai sindacati e ai rappresentanti delle amministrazioni comunali che fanno parte della Conferenza dei Sindaci per l'Educativo dell'area pisana. Sono stati commentati i dati dell'Osservatorio scolastico provinciale, secondo il quale il prossimo anno scolastico registrerà un taglio del personale docente di 52 insegnanti a fronte di un aumento degli studenti pari a 153 unità. Conseguenza sarà l'aumento degli alunni per classe, con picchi di ben 33 studenti. Tale sovraffollamento come ha spiegato l'assessore all'Istruzione provinciale Miriam Celoni è un problema che non può essere trascurato: il raddoppiamento del numero dei bocciati non può che dipendere da una difficoltà per gli insegnanti a gestire così tanti studenti. L'aumento degli studenti per classe porterà poi molti istituti a non rispettare la cubatura minima per persona. Se si aggiunge la mancanza dei fondi per la manutenzione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici che è totalmente a carico di Comuni e Province si arriva ad un quadro non solo desolante, ma anche preoccupante. Per questo il Pd regionale ha presentato una petizione popolare nella quale viene richiesto un piano di investimenti per la messa in sicurezza delle scuole italiane e l'esclusione delle spese per l'edilizia scolastica dal patto di stabilità. Inoltre, ai tagli alla docenza c'è da aggiungere una riduzione del personale ausiliario (ATA), diminuito di 79 unità rispetto all'anno scorso, il che provocherà maggiori disagi soprattutto alle categorie più deboli, come quella degli studenti disabili, nei confronti dei quali già esistono tagli per gli insegnanti di sostegno. Insomma, un ritratto desolante quello della scuola nella provincia, tenuta in piedi grazie anche ai continui investimenti dei Comuni, che però non bastano a colmare il vuoto. Caso emblematico è quello riferito dall'assessore alla Cultura di San Giuliano Terme Fabiano Martinelli, che ha parlato di un investimento comunale pari a 350mila euro per la costruzione di una nuova scuola nella quale avrebbero dovuto prendere posto degli insegnanti finanziati dalla Regione, ma ciò non è possibile perché il ministero ha tagliato il personale ATA, ovvero «coloro che ne permettono la gestione, che la aprono e la chiudono», come ha spiegato Filippo Cossidente della Cgil.? La prospettiva In arrivo anche una drastica riduzione degli amministrativi La finta classe allestita in piazza XX settembre con alcuni rappresentati istituzionali