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Il Piccolo/Trieste: I Ds di Trieste scrivono al ministro Fioroni: intervenga sul friulano

Omero: legge che può generare separatezza

11/10/2007
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Il Piccolo

TRIESTE Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni intervenga sulla legge sull’uso della lingua friulana a scuola. Lo chiede il segretario dei Democratici di sinistra di Trieste Fabio Omero in una lettera al responsabile dell’Istruzione a cui si rivolge, premette nella missiva, anche «in veste di insegnante». «Nel Friuli Venezia Giulia si sta sviluppando da mesi, e sono certo che Lei avrà avuto modo di saperlo - sottolinea Omero - un vivace dibattito sulle modalità di inserimento della parlata friulana nel sistema pubblico e nel sistema scolastico della nostra regione». «È in corso, in Consiglio regionale e nell’opinione pubblica - prosegue - un dibattito che investe però questioni più ampie e delicate per le implicazioni di carattere generale che comportano. Perciò è opportuna, e a mio avviso necessaria, una riflessione non relegata alla periferia, ma che abbia una dimensione nazionale».
«Mi riferisco - sottolinea il segretario diessino di Trieste - a quella parte della proposta di legge riguardante specificamente la scuola – in questa regione – e che porta alla richiesta, già avanzata dal presidente Illy, di una devoluzione alla Regione della piena competenza in materia di istruzione pubblica».
Ciò ha sollevato, a detta di Omero, molte preoccupazioni nel mondo della scuola, per la portata e per le conseguenze socio-culturali che avrebbe.
«È importante - spiega Omero - proprio nel momento in cui siamo impegnati nella costruzione del nuovo soggetto politico, sottolineare che si tratta di un punto centrale che riguarda i principi del Pd e l’attenzione per le nuove generazioni in uno spirito di unità d’Italia, in cui il federalismo è strumento per integrare meglio e non certamente per produrre fratture». «Fratture - fa notare l’esponente dei Ds - tanto più pericolose in un’area che nel passato ha conosciuto l’alto prezzo pagato ogni qual volta le istituzioni, invece di dare sicurezza a tutti i cittadini, sono state piegate a strumento per politiche di semplificazione etnica».
«La scuola, ne sono convinto come insegnante e come dirigente politico, - rimarca Omero - ha l’obiettivo di formare i cittadini della Repubblica, senza che vi siano subordinazioni regionali che utilmente possono integrare (con la cultura e con la storia regionale) la formazione dei giovani, ma non sostituire o spezzare il tessuto culturale e civile unitario, indispensabile punto di riferimento comune». «Su questi valori di fondo - dichiara ancora Omero appellandosi a Fioroni - considero il ruolo dello Stato come irrinunciabile e mi rivolgo a lei, signor Ministro, in quanto garante della funzione nazionale dell’istruzione pubblica, per esprimerle appunto tutta la mia preoccupazione per le iniziative che possono mettere in atto meccanismi di separatezza, di isolamento, di precarietà».


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