Il Nuovo-In Veneto arriva Catullo tradotto in dialetto
In Veneto arriva Catullo tradotto in dialetto Sui banchi di scuola arriva un testo promosso da un assessore: le poesie di Catullo vengono tradotte in veneto: nel libro, non un accenno a Tintorett...
In Veneto arriva Catullo tradotto in dialetto
Sui banchi di scuola arriva un testo promosso da un assessore: le poesie di Catullo vengono tradotte in veneto: nel libro, non un accenno a Tintoretto e Vivaldi.
ROMA - E finì che il grande poeta Catullo, rivisto e corretto e, soprattutto, tradotto in veneto, arrivò sui banchi di scuola. Proprio così, come racconta Gian Antonio Stella dalle colonne del Corriree della Sera: fresco di stampa, e con la benedizione dell'assessore regionale alla cultura Ermanno Serrajotto, è nato uno strano libello sulla cultura della Regione veneta. Che la devolution sia sbarcata anche a scuola? Fatto sta che, a sfogliare le pagine del libro, non si trova un accenno a pittori come Tintoretto o Giorgione, Tiziano o Canaletto, Carpaccio o Lotto. Non una parola su musicisti come Vivaldi o Albinoni, Monteverdi o Gabriele.
Un accenno a Carlo Goldoni, e basta. Nel capitolo dedicato alla letteratura si parla dei diversi dialetti locali, delle loro molteplici sfumature (ad esmpio si spiega come la coccinella possa essere chiamata in vari modi): ampio spazio è dedicato alla letteratura popolare, alle filastrocche, agli indovinelli, ai proverbi.
Per quanto riguarda la storia, dalle origini dei veneti si arriva alla Repubblica Serenissima che trattava i sudditi "con larga liberalità e tolleranza". E, a fine capitolo, si parla del Ventesimo secolo che incornicia un Nord-est stimato "per l'intraprendenza dei suoi piccoli imprenditori".