Il mostro da sconfiggere è soltanto il precariato
Siamo delle collaboratrici scolastiche che sono passate con la mobilità professionale
Siamo delle collaboratrici scolastiche che sono passate con la mobilità professionale; ci sentiamo fortemente chiamate in causa dalla lettera del sig. Lucio Ammassari e del sig. Maurizio Strini, e pertanto abbiamo pensato di far cadere alcuni luoghi comuni errati per non conoscenza dei fatti o addirittura strumentali. Intanto vorremmo chiarire che la mobilità professionale altro non è che quanto più comunemente definito "carriera" negli altri ambiti lavorativi. Così come nella scuola una maestra o un professore possono aspirare a diventare preside e un assistente amministrativo (nella nostra provincia sono tanti, senza suscitare polemiche) può diventare direttore amministrativo, così un collaboratore scolastico può assumere il ruolo di assistente amministrativo. Non tutti possono aspirare al ruolo superiore, bisogna avere requisiti specifici: titoli di accesso, anzianità, formazione, ecc. Ma soprattutto una grandissima motivazione, perché il percorso è difficile ed estenuante e il "miracolo" avviene per pochi e raramente.
Abbiamo lo stesso titolo di studio che ha ogni altro assistente amministrativo, semplicemente non abbiamo snobbato a suo tempo un lavoro per cui era richiesto un titolo di studio inferiore. Anche il signor Ammassari poteva inserirsi nelle graduatorie per aspiranti collaboratori scolastici, o qualunque altro lo desiderasse.
Può ancora farlo, infatti l'art. 2 comma 2 del bando di aggiornamento della graduatoria per titoli ATA, recita: "per essere ammessi al concorso i candidati devono, altresì, possedere un'anzianità di almeno due anni di servizio prestato in posti corrispondenti al profilo professionale per il quale il concorso viene indetto e/o in posti corrispondenti a profili professionali dell'area immediatamente superiore". Quindi anche Ammassari, con i suoi "10 anni di esperienza lavorativa", può essere subito stabilizzato come Collaboratore Scolastico e prendere la "scorciatoia" della mobilità.
Il concorso interno per la mobilità professionale in 25 anni è uscito 3 volte: nel 1991, nel 1998 e nel 2010. Secondo noi suscita polemiche proprio perché non è strutturale, ma ogni volta costituisce una novità; se invece ci fosse una graduatoria per la mobilità, come di fatto ora c'è, e come esiste per gli aspiranti esterni (graduatoria permanente provinciale), dopo qualche tempo non creerebbe più nessuno scandalo. Ricordiamo a chi non lo sapesse che per noi collaboratori scolastici che hanno superato il corso-concorso non è bastato il titolo di studio superiore, ma abbiamo dovuto fare molti sacrifici: superare un difficile test e successivamente un corso sì interessante, ma faticosissimo (qualcuno ha abbandonato proprio per le difficoltà), e infine l'esame: alla presenza del Dirigente Dott. Armando Acri, nonché della Dirigente Scolastica Teresa Andena, del Direttore Mauro Crosato e della nostra Tutor Angela Ferrari.
Non è stato fatto nessuno sconto, nessuna facilitazione, come per tutti gli esami che si rispettino. Ci sono stati dei bocciati, purtroppo. Abbiamo studiato da maggio ininterrottamente (ce la volevamo fare), non siamo andate in vacanza, non abbiamo curato la famiglia come dovuto: un'estate allucinante, mentre molti di voi erano tranquillamente in vacanza.
È ora di mettere ordine anche nello stereotipo "preferire personale da formare professionalmente a personale già operante e qualificato" Noi eravamo già formate, operanti e qualificate: da anni svolgevamo il ruolo da AA; alcune di noi erano responsabili di aree, una di noi oggi svolge funzioni di DSGA, alla quale vanno i nostri auguri, e comunque c'è stato un primo giorno per tutti. Signor Ammassari, il vero problema non è il dito che sta guardando lei, ma la luna che non riesce a vedere mentre pensa al dito: il precariato. Ecco il mostro da sconfiggere che danneggia anche lei. Questo il vero problema. Da soli saremmo in balìa di questo governo che vuole sì eliminare il precariato ma attraverso la scorciatoia di eliminare la scuola.
Noi che ci sentiamo, invece, rappresentate dal sindacato, come semplici lavoratori della scuola, pensiamo che in questo momento dobbiamo serrare le fila e stare intorno ad esso senza se e senza ma. I conti si faranno dopo, quando il nemico avrà allentato la presa.
É proprio grazie all'"operazione 100 mila" sostenuto dalla FLC CGIL, che quest'anno ci sono state tante stabilizzazioni che non si erano mai viste, e per tutte le professionalità della scuola. Assicuriamo il signor Ammassari che, a nostro parere, questo è stato possibile proprio perché nessuna tessera pesa più di altre; la frase "cosa devo pensare che il peso delle tessere dei bidelli sia maggiore della mia? " è ingiusta: se ne convinca!
Non crediamo proprio al "clima vacanziero" di "alcune organizzazioni sindacali" che proprio nei mesi estivi lavorano estenuantemente tra reclutamenti, aggiornamenti, trasferimenti, assegnazioni provvisorie ecc.; il signor Ammassari saprà bene come è complesso il mondo della scuola.
In conclusione vogliamo ringraziare i sindacati che non si arrendono, che non buttano la spugna, nonostante lo tsunami che il governo ha riversato sulla scuola pubblica. Insieme ce la possiamo fare. Grazie.
B. Repetti, D. Barbieri, G. Raffaella, G. Amoroso, I. Tonoli, P. Crovini