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Il Manifesto-Buono scuola siciliano

Buono scuola siciliano Il centro destra di Cuffaro copia Formigoni e favorisce gli istituti privati. La legge in aula TERESA CAMPAGNA - PALERMO Un "attacco gravissimo alla scuola pubblica". Cos...

20/11/2001
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il manifesto

Buono scuola siciliano
Il centro destra di Cuffaro copia Formigoni e favorisce gli istituti privati. La legge in aula
TERESA CAMPAGNA - PALERMO

Un "attacco gravissimo alla scuola pubblica". Così, l'opposizione nel parlamento siciliano insorge contro i buoni scuola che saranno discussi e con molta probabilità approvati oggi dalla giunta di centro destra presieduta dal "governatore" Salvatore Cuffaro.
Il provvedimento, molto simile alla legge approvata due anni fa dalla Regione Lombardia di Roberto Formigoni, prevede il riconoscimento ad ogni famiglia siciliana del diritto di ottenere un buono in denaro - da 1 a 2 milioni di lire - che consenta di scegliere tra scuola pubblica e privata, garantendo, si sostiene nel testo, la parità formativa tra le due opzioni. C'è da scommettere, tra l'altro, che il risultato finale sarà simile a quello che si è visto in Lombardia e anche nel Veneto, dove il buono scuola, a conti fatti, lo hanno ottenuto le famiglia più agiate. Il buono siciliano, in teoria, non eslude nessuno, può essere infatti richiesto anche da famiglie con 60 milioni di reddito pro capite, quindi con un introito annuo che potrebbe arrivare anche a 120 milioni di lire. Per la scuola pubblica, vale la pena ricordarlo, il massimo contributo che una famiglia può richiedere è di 80 mila lire. Risulta quindi fin troppo chiaro, se mai ve ne fosse bisogno, che il provvedimento regionale servirà solo a favorire le scuole private. Del resto neanche i promotori ne fanno mistero più di tanto.
I primi a scendere in campo contro il "provvedimento della vergogna" sono stati i Democratici di sinistra, che ieri hanno cominciato a raccogliere firme da portare all'Assemblea regionale. "Vogliono dare 40 miliardi alle scuole private - sbotta Patrizia Mazzola, responsabile provinciale scuola dei Ds - ma intanto in Sicilia, unica regione in Italia, non esiste neanche una legge sul diritto allo studio. Questa manovra oltretutto esclude le fasce più deboli. Non è previsto alcun finanziamento per la scuola pubblica che nell'isola è in condizioni terrificanti: gli studenti pendolari non hanno alcun tipo di aiuto dalla Provincia e molte scuole sono fatiscenti".
Mazzola si chiede poi da dove verranno presi i fondi per finanziare i buoni scuola: "La Regione vuole regalare soldi ai privati, ma intanto, con un bilancio già in perdita, non sa come pagare gli stipendi ai suoi dipendenti. E' evidente che si tratta di una manovra esclusivamente elettorale", continua la diessina, che aggiunge: "Per quanto ci riguarda, la cosa più urgente da fare sul fronte dell'istruzione è una: garantire agli studenti siciliani una scuola pubblica decente realizzando infrastrutture e servizi".
Detto tra parentesi, le casse della Regione Siciliana versano davvero in cattive acque, tanto che è stata ipotizzata una nuova batosta per gli ammalati: già dall'inizio del prossimo anno potrebbero essere reintrodotti i ticket sui farmaci.
Intanto, il provvedimento sui buoni scuola - a meno di clamorosi quanto improbabili colpi di scena - diverrà legge molto prima. Era l'ottavo punto del "contratto elettorale" che Totò Cuffaro aveva sottoscritto con i suoi elettori alla vigilia della sua elezione.
Grande sostenitore dei "buoni" è anche il suo vice, nonché assessore alla pubblica istruzione, Fabio Granata (An) che difende il provvedimento sostenendo che non si tratta di dare aiuti pubblici agli istituti privati ma di fornire aiuti alle famiglie per garantire la parità formativa fra pubblico e privato. Sempre in tema di "parità", Granata di recente si è fatto promotore di un altro provvedimento, quello del "grembiule obbligatorio" per tutti gli scolari delle scuole elementari siciliane: "essenziale - ha sostenuto - per dare un'immagine di uguaglianza tra gli alunni".


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