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Giornale di Calabria-Scuola, non è cambiato nulla

Secondo la Cgil le lezioni riprenderanno in una situazione di precarietà assoluta CATANZARO. Che scuola troveranno gli studenti calabresi che in questi giorni inizieranno il nuovo anno scola...

23/09/2003
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Il Giornale di Calabria

Secondo la Cgil le lezioni riprenderanno in una situazione di precarietà assoluta

CATANZARO. Che scuola troveranno gli studenti calabresi che in questi giorni inizieranno il nuovo anno scolastico? Secondo la Cgil una scuola cambiata, ma in peggio. "A dispetto dei titoloni sui giornali che, nel febbraio scorso, davano la riforma per fatta - sostengono il segretario regionale della Cgil, Antonio Granata, ed il segretario generale del comparto scuola, Leo Stilo - dal punto di vista normativo non cambierà praticamente nulla. Unica novità, forse, l'inglese dalla prima elementare (peccato che le ore complessive sui cinque anni rimarranno le stesse, ma spalmate su più classi e con meno insegnanti). Non cambieranno i programmi, non cambieranno gli ordinamenti, almeno sino a che non saranno risolte le divergenze all'interno della maggioranza di governo. E' cambiata invece, e in profondità - secondo i due sindacalisti - la " scuola reale " quella con cui fanno i conti ogni giorno insegnanti, studenti, genitori. Due anni di tagli indiscriminati (organici, personale ausiliario, bilanci delle scuole, edilizia scolastica, sostegno....) hanno infatti ridotto notevolmente il perimetro della " scuola possibile", penalizzando chi si era spinto ben oltre quel "minimo indispensabile" che oggi si vorrebbe assumere come limite invalicabile del ruolo della scuola pubblica". "Nella nostra regione, dove manca completamente la collaborazione con i genitori, gli enti locali e le organizzazioni sindacali - aggiungono Granata e Stilo - non si è per nulla investito sull'integrazione degli immigrati, sul sostegno agli alunni disabili, sulle strutture e i servizi scolastici. Non sono state sviluppate le esperienze di tempo pieno e prolungato, non e' stata garantita la scuola materna a tutti i richiedenti. Partendo dai nidi e accompagnando lo studente sin oltre l'ingresso del mondo del lavoro, questo e' quello che manca nella cultura e nella pratica di governo della regione Calabria. Questo modello immaginifico, ma non troppo, rischia di non potersi affermare per mancanza di risorse. Vengono respinte le richieste di tempo pieno, vengono eliminati gli insegnanti che garantivano la funzionalità dei laboratori. Tutto ciò che non è lezione frontale su materie obbligatorie viene considerato sacrificabile. Nello stesso tempo peggiorano le condizioni di insegnamento. Classi sino a trenta alunni e oltre, pur in presenza di ragazzi stranieri e disabili. E' scuola di qualità questa?". Il linguaggio ministeriale - sottolineano i rappresentanti calabresi della Cgil - parla di razionalizzazione della spesa. Criterio che non vale per la scuola privata che, pur in crisi d'iscrizioni e al servizio del 7% della popolazione scolastica, viene premiata da bonus per 30 milioni d'euro l'anno, senza distinzioni di reddito nè controlli di qualità. Per "favorire la libertà di scelta delle famiglie". Peccato che in molte realtà locali è proprio l'impossibilità di scegliere scuole statali e comunali a obbligare i cittadini a iscriversi alle scuole private, pagando le relative rette. Non trovano posto perchè queste non ci sono o perchè non hanno insegnanti a sufficienza per coprire le richieste. Come si può reclamare la libertà di scelta delle famiglie se viene a mancare una delle possibili opzioni? L'unica che deve garantire laicità, pluralismo, pari opportunità per tutti?". "La partita più importante - concludono Granata e Lio della Cgil - si giocherà nei prossimi mesi, quando i decreti attuativi cominceranno a disegnare la scuola che verrà. Se qualcuno ha già le idee chiare su come la vorrebbe, è bene che le esprima per tempo, tra poco potrebbe essere troppo tardi".
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