GdM-Bari-Una riforma che non si può mettere in pratica
Una riforma che non si può mettere in pratica fino a quando non saranno varati i decreti attuativi. L'incertezza sul ripristino del servizio della ........ Una riforma che non si può mettere in p...
Una riforma che non si può mettere in pratica fino a quando non saranno varati i decreti attuativi. L'incertezza sul ripristino del servizio della ........
Una riforma che non si può mettere in pratica fino a quando non saranno varati i decreti attuativi. L'incertezza sul ripristino del servizio della mensa. Il taglio dei docenti. Estate incandescente per i dirigenti scolastici, alle prese con la nuova scuola firmata Moratti. Il ministro dell'Istruzione - nonostante le critiche ricevute dal consiglio nazionale della pubblica istruzione e le bocciature inflitte dai sindacati - ha scritto la sua riforma. Che, per quanto riguarda le elementari, si articola in tre punti salienti: docente tutor, lingua straniera obbligatoria dalla prima classe, elementi di informatica.
Tutto nero su bianco, ma nei fatti inattuabile. Al momento, a poco meno di tre mesi dall'avvio del nuovo anno scolastico, dei decreti che andrebbero a chiarire i vari aspetti, nemmeno l'ombra. L'immediata conseguenza è il disorientamento di cui sono vittima gli operatori e le famiglie. Se il vuoto legislativo dovesse perdurare, lo scenario di settembre si configurerebbe più o meno così: scuole che in prima e seconda elementare adottano il maestro unico prevalente - incaricato peraltro di avere i contatti con le famiglie - e scuole che invece conservano il sistema attuale, ovvero della compresenza dei tre insegnanti.
Ipotesi non tanto lontana dalla realtà se il ministro, per non vanificare del tutto i contenuti della riforma, dovesse optare per la via di mezzo: "post" o "maxi" sperimentazione. Della riforma che per l'appunto è legge. "Se la scelta dovesse dipendere dalle decisioni dei circoli - si sbilancia Vittorio Nigro, dirigente del circolo "Poggiofranco" - mi auguro che il mio collegio dei docenti confermi il sistema ad oggi in vigore. Abbiamo accolto le novità della riforma, in relazione alla figura del tutor, con grande scetticismo. Non c'è stata la formazione del personale di cattedra, calendarizzata in un decreto proprio per il mese di giugno, né ci è stato detto con quali risorse umane ed economiche far partire i laboratori". Dubbiosa anche la collega del circolo "Japigia 1", Maria Dentamaro: "Il nostro è un atteggiamento di attesa. Affidare alle scuole la responsabilità di indicare il docente leader del gruppo classe è rischioso. Gli altri insegnanti potrebbero sentirsi penalizzati e demotivati, di serie B". Getta benzina sul fuoco: "Per il prossimo anno il mio circolo perde una unità. Non si hanno notizie certe neppure sul tempo pieno, condizionato alla refezione. Come organizzare le attività"?
Insomma, se inglese e informatica destano poche preoccupazioni, visto che si tratta di materie ormai inserite nei piani di studio, le difficoltà sono concentrate nell'articolazione del monte-ore e dei laboratori.
E nelle scuole si studia. Salvatore Rocella, dirigente dell'ottavo circolo "Carbonara": "Stiamo analizzando le esperienze di quelle realtà che hanno sperimentato la riforma. Non ci resta che spulciare il testo di legge paragrafo per paragrafo. Abbiamo stilato una scaletta dei problemi che saremo chiamati ad affrontare". La vicaria della "Principessa di Piemonte", Luigia Del Giudice, tira in ballo un altro tema, l'anticipo delle iscrizioni: "Inseriremo nelle varie classi i bambini che compiranno i sei anni a febbraio del 2004, più piccoli della maggioranza dei compagni". Preparazioni da autodidatti pure per gli operatori del 26esimo circolo, guidato da Anna Garofalo: "Dal 1 al 18 settembre, apertura ufficiale dell'anno scolastico, ci attende un periodo di superlavoro". Possibilista invece la direttrice del circolo "De Amicis", Francesca Cembalaio: "Siamo pronti a partire".
Antonella Fanizzi