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Gazzettino-Pordenone-Comitato per la difesa del tempo pieno a scuola

In provincia interessa il 43 \% delle elementari. L'#146;allarme lanciato dalla Cgil sugli effetti del decreto Moratti raccolto dagli enti locali Comitato per la difesa del tempo pieno a scuola ...

20/11/2003
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Il Gazzettino

In provincia interessa il 43 \% delle elementari. L'#146;allarme lanciato dalla Cgil sugli effetti del decreto Moratti raccolto dagli enti locali
Comitato per la difesa del tempo pieno a scuola
Entro l'anno scolastico 2004/2005 finirà, nelle scuole del nostro Paese, l'esperienza del tempo pieno e del tempo prolungato. Questo il monito lanciato dalla Cgil Scuola di Pordenone, che annuncia la nascita di un Comitato per la difesa del tempo scuola, che potrà contare sull'impegno di "padrini" piuttosto importanti: gli enti locali.
Il battesimo ufficiale del Comitato per la difesa del tempo pieno e prolungato nelle scuole si terrà venerdì prossimo, nella sede sindacale di via San Valentino (l'appuntamento è stato fissato per le 17.30), quando le parti sociali incontreranno sindaci, dirigenti scolastici, docenti e collaboratori, genitori e studenti per fare il punto sulla situazione.

Pordenone, più di altre realtà, deve temere gli effetti del decreto attuativo 53 del 2003 che riduce il tempo obbligatorio: attualmente in provincia il 43 per cento delle classi elementari è organizzato a tempo pieno (32 per cento a livello regionale) e il 23 per cento della scuola media ha il tempo prolungato (29 per in regione), superando di molto le medie nazionali, rispettivamente 21 e del e 20 per cento.

"Dal punto di vista pedagogico - evidenzia Carla Franza della segreteria provinciale Cgil Scuola - questa drastica riduzione si ripercuoterà sull'organizzazione e sulla metodologia. Si perderà infatti la parte più qualificante: la tensione educativa del concorso di attività, oltre a progetti, linguaggi ed esperienze. Perché questa volontà di accelerare i tempi del percorso scolastico e di permanenza quotidiana a scuola? A chi potrà giovare questa premura?". Quale ruolo dunque per Comuni, Province e Regione? "Rispondere alle esigenze delle famiglie che lavorano, la quasi totalità del nostro territorio - puntualizza il cigiellino Gianfranco Dall'Agnese - evitando ai genitori di ricorrere alle scuole private, dove il tempo scuola non è affatto a rischio, per soddisfare un bisogno sociale diffuso".

Se il fronte pordenonese è acceso, perché in provincia sono nati diversi centri di protesta (San Vito, Fontanafredda e Polcenigo), la rivendicazione dilaga in tutto il Friuli Venezia Giulia, come dimostrano le centinaia di adesioni alla petizione, promossa dalla Cgil Scuola regionale e provinciale, rivolta al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti. L'obiettivo è ottenere un parere negativo al decreto dal rappresentante della regione, in sede di conferenza Stato-Regioni (il decreto deve ancora essere esaminato in quella sede), così come dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato.Sul tema, giovedì 27 novembre, dalle 17 alle 19, nella Sala Aiace di Udine, in piazza Libertà, interverranno Flavio Pertoldi, presidente regionale dell'Anci, e Roberto Antonaz, assessore regionale all'istruzione.

Alessandra Betto


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