Gazzettino Friuli-Supplenti, avanti tutta confidando nel ricorso
Supplenti, avanti tutta confidando nel ricorso Nomine: indietro tutta,ergo, avanti tutta. Un paradosso? No, la realtà che si trovano ad affrontare i presidi della rete di scuole incaricati di...
Supplenti, avanti tutta confidando nel ricorso
Nomine: indietro tutta,ergo, avanti tutta. Un paradosso? No, la realtà che si trovano ad affrontare i presidi della rete di scuole incaricati di assegnare gli ultimi 360 incarichi di supplenza rimasti, a pochi giorni dalla sentenza del Tar Lazio. Operazione iniziata ieri "in maniera tranquilla e distesa", come assicura il vicepreside del Malignani (l'istituto-polo per le convocazioni) Rodolfo Malacrea: una ventina i posti a disposizione, solo una decina le supplenze assegnate, per mancanza di aspiranti. Stessa mole esigua anche oggi: il "grosso" delle supplenze arriverà lunedì e martedì prossimo, con le nomine di lingue, circa 170, e matematica. Tutto regolare, quindi. Eppure, la sentenza del Tar Lazio depositata lunedì scorso parla chiaro: le graduatorie, le stesse su cui ora i dirigenti friulani stanno lavorando, vanno azzerate, per rivedere i punteggi degli abilitati Ssis, e le nomine già date (1500 per il Csa di Udine) sono da rifare. Quindi, l'operazione dei presidi (nel caso in cui il Ministro decida di adeguarsi alla sentenza) è un po' come la tela di Penelope: fare oggi per disfare domani. "Per essere costretti a fermarci, dovremmo avere chiare disposizioni ministeriali in tal senso. Che non ci sono. Procediamo. Sperando che Dio ce la mandi buona", dice Franco Sguerzi, preside al Marinoni, che ieri, al Malignani, ha curato l'assegnazione di 11 nomine (per chimica e tecnologie, scienze degli alimenti, scienze meccaniche agrarie, chimica agraria): "In realtà, ne ho date solo 5: non sono riuscito a coprire tutti i posti perché non avevo aspiranti". Peggio ancora è andata a Antonio De Ruosi (Sello), con le nomine delle materie artistiche: "Su 7 posti da coprire abbiamo assegnato solo una cattedra, di discipline plastiche, e pure su delega. Perché? Alcuni non si sono presentati, altri non avevano fatto domanda. I posti rimasti vacanti ritorneranno alla scuola. Il problemasi pone per le cattedre ad orario esterne. Noi offriamo delle cattedre che poi non sono cattedre, ma dei "puzzle" di ore: l'aspirante vede sui tabulati una cattedra in una scuola e poi scopre che in quella scuola magari ha solo 9 o 10 ore e le ore restanti sono in un altro istituto. Questo ci espone sicuramente a ricorsi". Sulla sentenza del Tar, poi, lo sconforto di De Ruosi è palpabile: "Adesso potrebbe succedere un ribaltone, ma noi dobbiamo procedere lo stesso. Da preside mi sembra una situazione assurda. Qui usciamo pazzi". Malacrea spera nella buona stella: "Mi auguro che non ci sia un blocco, perché la scuola ha bisogno di questi insegnanti". Ma, se Vito Campo dalla direzione regionale di Trieste si preoccupa di prendere informazioni da Roma, "perché qui si rischia di compromettere l'avvio dell'anno scolastico", il dirigente del Csa di Udine Valerio Giurleo, è il ritratto della serenità: "Sul Sole 24 ore c'è un articolo, in cui si dice che il ministro afferma le stesse cose che ho detto io. In sostanza, la Moratti è pronta a fare ricorso alla sentenza del Tar. La partenza, al Malignani, è stata tranquilla, come previsto. Il problema delle cattedre orarie? Per le prossime convocazioni daremo un quadro analitico delle disponibilità, specificando come sono formate le cattedre".
Camilla De Mori