Gazzetta di Modena: Emilia: Scuola, in tre anni tagliati oltre 7mila prof
Superiori e medie le più colpite: 4mila docenti in meno
I sindacati in coro: «Non staremo fermi, sarà un autunno incandescente»
BOLOGNA. «Il decreto legge 112 del 2008 prevede un taglio pesantissimo degli organici della scuola statale. In Emilia-Romagna in tre anni verranno a mancare 7.411 docenti: se a settembre le cose si presenteranno così come sono sicuramente non staremo fermi». Così i sindacati confederali della scuola dell’Emilia-Romagna, riuninti a Bologna, a due mesi dall’inizio delle lezioni lanciano l’allarme organici e si dicono pronti ad un autunno più che caldo incandescente.
Secondo le stime di Cgil, Cisl e Uil, a risentire maggiormente degli effetti del decreto sarà la scuola secondaria, con un taglio di 2.406 professori alle superiori e 1.464 alle medie. La scuola primaria perderà invece 2.721 docenti, mentre quella dell’infanzia 820. In totale in regione si passerà dunque dagli attuali 43.603 posti in organico di diritto per l’anno scolastico 2008-2009, di cui solo circa 39 mila fissi, a 36.192, circa un quinto in meno, spiega Lamberto Benini, segretario regionale Cisl Scuola. La situazione peggiora ancora se si considera l’incremento di circa 10mila nuovi studenti l’anno. Così, nella scuola dell’infanzia, per mantenere il rapporto attuale di docente per sezione, le classi dovrebbero passare da 24 a 30 bambini. Analogamente, nella scuola primaria gli alunni per classe dovrebbero passare da 22 a 27, alle medie da 20 a 24 e alle superiori da 22 a 27. «Comunque si leggano questi numeri, si dovrà passare ad un taglio dei servizi scolastici, in particolare quelli più richiesti dalla famiglie, quali la durata del servizio per tutto il giorno nella scuola dell’infanzia, o il tempo pieno nella scuola primaria», spiegano ancora i confederali. Il tutto «si aggiunge ai tagli già operati dal governo Prodi ed alla riduzione al 48% delle immissioni in ruolo di docenti per l’anno in corso». A livello nazionale, il taglio riguarda circa 100 mila docenti e 50mila ausiliari, il 17% del totale, che porterebbe nelle casse dello stato un risparmio di circa 7.822 milioni di euro in tre anni, che avrà un impatto devastante sulla qualità della scuola, spiegano ancora i rappresentanti dei lavoratori. Ai sindacati non piace nemmeno la prospettiva dell’adozione di libri di testo scaricabili da internet, che porterebbe alle scuole «un notevole carico di lavoro». In molti settori scolastici infatti «la competenza del personale non è certamente adeguata, ed in altri mancano le strutture informatiche in numero sufficiente». I sindacati contestano inoltre la mancanza di fondi per il rinnovo del contratto nazionale e l’indicazione dell’inflazione programmata all’1,7%, quando quella reale è almeno il doppio, spiega Paolo Tomasi, segretario regionale Flc-Cgil. Non condiviso anche l’inasprimento dei controlli in caso di malattia: «il nuovo orario di reperibilità per le visite fiscali, dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20, di fatto impedisce ad un malato solo anche la pura sopravvivenza».