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Gazzetta del Sud/Messina: Nuovi tagli alla scuola messinese I sindacati sul piede di guerra

«Impossibile garantire le condizioni minime dell'offerta formativa»

08/06/2010
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Gazzetta del Sud

Mauro Cucè

I numeri freddi non danno la giusta dimensione di cosa dovrà affrontare la scuola messinese. Classi sovraffollate, personale a tempo determinato senza più lavoro, personale di ruolo in soprannumero e costretto a vagare da una sede all'altra. E il dramma di alcune famiglie che avranno la loro esistenza sconvolta. Ieri mattina nel saloncino della Camera del lavoro Metropolitana Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams hanno annunciato una nuova fase di mobilitazione per richiamare l'attenzione «sull'operazione di smantellamento della scuola pubblica messinese». Un'unione di intenti sui problemi della scuola messinese che ha fatto superare alle federazioni provinciali del comparto scuola i "litigi" e le incomprensioni a livello nazionale.

In primo piano il secondo anno di tagli alla scuola deliberato con la finanziaria Tremonti che prevede un totale di 140 mila posti in meno in tre anni: dopo i 46 mila dello scorso anno, ancora una diminuzione di oltre 40 mila posti: 25.558 per il personale docente e di 15.167, per il personale ATA.

E Messina non fa eccezione, anzi. La città dello Stretto è già stata privata di oltre 700 unità di personale nel 2009/10 e si prepara a perderne nel 2010/11 circa 750: 415 di soli docenti (172 alla primaria, 62 alla secondaria di I grado e 181 alla secondaria di II grado) con una previsione di circa 300 posti in meno sul personale Ata. Il riflesso sulla qualità della scuola è sotto gli occhi di tutti: non esiste certezza su entità e tempi dei finanziamenti delle spese per il funzionamento «Talvolta non è possibile garantire neppure il sapone – tuonano i sindacati – il mancato finanziamento delle supplenze ha determinato sparpagliamento degli alunni in classi diverse dalle loro, ingressi posticipati e uscite anticipate: pratiche che garantiscono la vigilanza ma non il diritto allo studio.

Ma l'urlo di dolore dei sindacati non si ferma qui. «L'aumento del numero degli alunni per classe, fino a 33, contrasta con le norme vigenti in materia di sicurezza e di edilizia scolastica; e inoltre, per quanto riguarda la scuola primaria, il tetto sugli organici ha impedito le scelte delle famiglie su tempo scuola e tempo pieno mentre, per la richiesta di classi di insegnamento per strumento musicale nella scuola secondaria di I grado, è evidente il gravissimo danno culturale, educativo ed occupazionale prodotto dal drastico dimensionamento dell'offerta di formazione su strumento musicale che passa da 21 a 4 classi».

Affrontati i problemi anche delle scuole superiori: «Gli studenti che escono dalla scuola media – scrivono i sindacati in una nota congiunta – vengono iscritti a classi con nuovi ordinamenti giuridicamente inesistenti: il riordino della secondaria di secondo grado non è infatti ancora legge dello Stato; inoltre non sono stati emanati i nuovi programmi, né gli indicatori per la valutazione e l'autovalutazione dei percorsi; negli istituti tecnici e professionali, trattati di fatto come scuole di serie B, viene attuata una riduzione oraria, "ad ordinamento vigente", nelle classi successive alla prima, con evidente violazione del patto educativo che le scuole hanno sottoscritto con le famiglie all'atto dell'iscrizione alle classi prime». Per tutti questi motivi i sindacati hanno deciso di organizzare per il mese di giugno un volantinaggio nelle scuole; proposte di assemblee organizzate dai docenti per informare al meglio i genitori; una tavola rotonda provinciale aperta a tutte le associazioni e ai movimenti di lavoratori, genitori e studenti alla presenza dell'assessore regionale all'Istruzione, Mario Centorrino, oltre che dei corrispondenti assessori provinciali e comunali di Messina. I particolare i sindacati sottolineano «la gravità delle possibili conseguenze di un taglio di ben 750 posti in organico su un territorio estremamente vasto e disomogeneo come quello della provincia con una complicatissima conformazione orografica del territorio: sarà impossibile garantire le condizioni minime dell'offerta formativa della provincia in funzione delle situazioni di sicurezza degli edifici, della presenza dei centri di montagna e di piccole isole


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