Formazione docenti, fioccano i corsi di materie in esubero
Il sindacato lancia l'allarme sull'istituzione dei Tfa negli atenei toscani Rapezzi (Flc Cgil): «Servono assunzioni o si rischia di creare solo precari»
Formazione dei docenti, il sindacato lancia l'allarme. Sono usciti anche in Toscana i bandi per l'iscrizione ai Tfa, i cosiddetti tirocini formativi attivi ereditati dal ministro Gelmini, in pratica un anno di studio a numero chiuso da aggiungere al normale corso di laurea. Andranno a sostituire le vecchie Ssis chiuse nel 2007, e daranno la possibilità agli aspiranti docenti di prendere l'agognata abilitazione. Ma è davvero così? Le parti sociali sostengono di no e denunciano: il rischio è di illudere centinaia di studenti che, oltre ad accollarsi fatica e costi per il diploma finale (la retta all'università di Firenze è di 2200 euro), non saranno, poi, in grado di accedere concretamente alla professione, già inflazionata a dismisura e segnata da un precariato dilagante. «Nessuno vuole negare ai giovani la possibilità di insegnare, ci mancherebbe altro dice il segretario regionale della Flc Cgil Alessandro Rapezzi ma non si può solo pensare a creare nuovi meccanismi di reclutamento senza una programmazione seria delle assunzioni. Vorremmo che il governo riflettesse su quale tipo di scuola vuole, facesse chiarezza e decidesse una volta per tutte se il concorso ci sarà o no». Un primo problema, secondo il sindacato, è che l'istituzione dei Tfa nasce da una collaborazione tra Ministero e Università che dà a quest'ultima la facoltà di organizzare i corsi a propria discrezionalità, secondo le risorse disponibili. Per fare un esempio, per la classe di concorso A043 alle medie, quella per intendersi di italiano storia e geografia, sono previsti 100 posti in Toscana tra gli atenei di Firenze, Pisa e Siena (40 per lingua straniera e 50 per matematica alle medie, tanto per fare un esempio), ma difficilmente, vista la situazione, nonché l'ultimo annuncio del governo di ulteriori tagli al sistema scolastico, saranno tutti assunti una volta concluso il loro iter. Al massimo potranno andare ad aggiungersi alla lista dei precari che affollano le graduatorie ad esaurimento, ma anche su questo non è ancora stato detto niente di preciso. Da rilevare anche che tra le classi di concorso attivate dagli atenei toscani, la gran parte delle quali con posti in esubero, manca quella di educazione tecnica (A033), tra le poche discipline a necessitare davvero di personale, dal momento che la graduatoria del concorso è terminata e quella ad esaurimento non riesce a coprire le supplenze, tanto che queste vengono affidate da anni a docenti non abilitati presenti in terza fascia. «Eppure per educazione tecnica il Ministero dei posti li aveva previsti continua Rapezzi ma se non sono qui dove vanno? La verità è che non c'è congruenza fra i Tfa autorizzati e il loro fabbisogno. La responsabilità è sia del Ministero che dell'Università che non hanno saputo dare la risposta giusta a un problema reale». Insomma, si delinea un quadro di estrema incertezza dove nessuno saprà se, come e quando sarà reclutato. Si è fatto un gran parlare di un imminente concorso, ma poi la cosa è finita lì, intanto nessuno sa se i Tfa daranno l'accesso o meno alle graduatorie a esaurimento e sarà creata un'ulteriore fascia di personale abilitato. Tutte questioni poste nero su bianco da tutte le sigle sindacali toscane di categoria in una lettera inviata pochi giorni fa alla direttrice dell'ufficio scolastico regionale Angela Palamone e ai rettori dei tre atenei toscani e che saranno ribadite nell'incontro al Ministero il 14 maggio. «Il governo deve dire quante persone e come verranno assunte nei prossimi anni conclu- de Rapezzi questo deve essere il punto di partenza di qualsiasi discussione sulla scuola».
SONIA RENZINI FIRENZE srenzini@unita.it