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Firenze. Il “quizzone” impossibile fa strage di aspiranti prof

Solo in 500 superano il pre test: “Ricorsi a valanga”

02/08/2012
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la Repubblica

di Mario Neri

Di 243 aspiranti prof di francese l’hanno scampata soltanto in 8. Per acciuffare una potenziale cattedra in filosofia e scienze dell’educazione a Firenze correvano in 188. Il test più famoso fra quelli che in Italia sono già stati ribattezzati come “quizzoni impossibili” con tanto di polemiche e proteste, qui ha fatto strage. Decimati. Sono ammessi alla seconda sessione di esami solo in 6 anche se erano 25 i posti disponibili. A Pisa, invece, per un futuro (ancora incerto) da insegnante di italiano e latino nei licei, il 18 luglio si erano presentati in 224. Si sono ritrovati sui banchi un test da far invidia a “Lascia o raddoppia”, dice ora chi ci ha provato. Un quizzone in stile Milionario: “qual è la capitale della Turingia”, “con chi non confina il Mali”, “chi è l’autore dei seguenti versi”. E via così per 60 domande con 4 possibili risposte. «Accendi la A, no metti la
crocetta sulla D. Ci ho ripensato, scommetto sulla B». Insomma, nozionismo puro. Alla fine soltanto in 68 hanno superato il primo scoglio, di posti ce n’erano 85. Sono alcuni dei risultati usciti dai pretest d’ingresso ai tirocini formativi attivi (Tfa), i corsi abilitanti all’insegnamento organizzati dalle università toscane su mandato del Miur e destinati a laureati e “precari fantasma” che sognano un posto di ruolo nelle scuole medie e superiori della regione. Una nuova forma di reclutamento introdotta dalla Gelmini in alternativa alle vecchie scuole di specializzazione Ssis. I tfa avranno durata annuale, divisi fra lezioni frontali e periodi di pratica in classe, con un costo delle rette che oscilla dalle 2.100 alle 3.000 euro. Nessuno dopo averli frequentati avrà la certezza di ottenere una cattedra di ruolo, ma accedervi dà una speranza in più. È una porta che si apre in questo periodo di crisi e disoccupazione. Fra Firenze, Pisa e Siena i posti in ballo fra tutte le varie classi di insegnamento sono 943. Non sono ancora arrivati tutti i risultati dei pretest, ma a giudicare da quelli pubblicati su Cineca (il consorzio interuniversitario che gestisce la selezione) a giochi fatti affronteranno il secondo ostacolo (le prove orali e scritte) solo
in 5-600. A Fisica sono passati appena 63 dei 129 candidati, a Matematica 83 su 200, a Spagnolo 96 su 351. E in tutti i casi il primo in graduatoria ha superato di poco o niente il punteggio minimo di 21.
Ma soprattutto in molti test sono stati riscontrati quesiti ambigui o incoerenti con la classe di insegnamento, e addirittura errori e strafalcioni clamorosi nella formulazione delle domande. Tanto
che i quizzoni ora rischiano di tirarsi dietro una valanga di ricorsi. Ecco un esempio: domanda numero 19 di Storia e filosofia: che cos’era il Komintern? La risposta esatta secondo il ministero sarebbe la A, cioè “La Terza Internazionale Socialista”, ma il Komintern, pur essendo definito anche “Terza Internazionale”, non era un’Internazionale Socialista, ma Comunista.
«Ci stanno chiamando decine di persone - racconta Alessandro Rapezzi, segretario toscano della Cgil scuola - e fra poco daremo loro assistenza legale per aprire i contenziosi. Quello dei test impossibili spero non sia un modo per scremare il più possibile, una strategia del Miur per evitare una generazione monster di precari che si accavallerebbe a quella del fantomatico concorso annunciato da Profumo. Sarebbe un altro errore clamoroso: le vertenze saranno lunghissime».


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