Ferrara. Università, protesta contro il taglio degli stipendi
Nel solo ateneo ferrarese circa 138mila euro in meno. Coinvolti 500 dipendenti.
Da estense.com
di Daniele Oppo
Protestano davanti alla sede provvisoria del rettorato in via Ariosto gli appartenenti al personale tecnico-amministrativo dell’Università di Ferrara, nella due ore di sciopero indetto dalla Rsu dell’ateneo per contestare i tagli alle remunerazioni accessorie del personale.
“Il rispetto dei contratti sottoscritti è irrinunciabile – esordisce Egidio Grassi, rappresentante della Flc/Cgil -; la democrazia non finisce alle porte dei luoghi di lavoro”. Il riferimento è ad una circolare del Ministero dell’economia (ma in realtà sono due, la 16 e la 25 del 2012) la cui applicazione ha comportato il taglio in maniera unilaterale delle risorse destinate alla contrattazione integrativa, ovvero alle remunerazioni accessorie -non viene toccato invece lo stipendio base dei lavoratori-) per il personale tecnico-amministrativo. Proprio qui sorge il punto contestato dai sindacati, i quali sostengono che le circolari abbiano innovato in una materia nella quale le modifiche e le interpretazioni di clausole controverse è rimessa alla disponibilità delle parti che le hanno sottoscritte, tramite un procedimento espressamente previsto nell’articolo 12 del vigente Contratto collettivo nazionale, e non al solo volere ministeriale esercitato a suon di circolari.
I tagli, nel solo ateneo ferrarese, dovrebbero ammontare a circa 138mila euro e riguardano circa 500 dipendenti – in media 275 euro all’anno in meno per ciascun lavoratore – colpendo, secondo i sindacati, quasi esclusivamente i salari compresi fra meno di 1000 e 1300 euro mensili.
“È un’operazione illegittima oltre che politicamente scorretta – afferma ancora Grassi -, non è possibile che una circolare intervenga per modificare unilateralmente quanto stabilito in un contratto, inoltre vengono colpiti prevalentemente i componenti con i salari più bassi di questo ateneo”.
Malumori anche verso il rettore, reo di non aver preso una posizione decisa al fianco del personale tecnico-amministrativo. A questo punto Pasquale Nappi, dopo aver ricevuto una rappresentanza della Rsu, è sceso in strada ad esprimere vicinanza e solidarietà: “siamo vicini alle istanze dei lavoratori, la Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) sta preparando un documento da sottoporre ai candidati di queste elezioni e io in prima persona ho sottoposto alla Crui la vicenda ferrarese e il problema del rapporto fra il Ministero dell’istruzione, università e ricerca e il Ministero dell’economia che erode gli spazi di autonomia degli atenei, fra cui quelli del confronto e dialogo fra amministrazione e università”.
In attesa di esaminare il documento redatto dalla Crui, Grassi si aspetta da Nappi “atti concreti e una presa di posizione chiara”. I dipendenti in sciopero applaudono, ma forse qualcuno lo fa più perché ne ha apprezzato il coraggio di scendere in strada più che il contenuto delle parole, d’altronde quando venne indetto lo sciopero la Rsu evidenziava proprio come l’ateneo ferrarese sia l’unico posto in cui la circolare viene applicata in maniera rigida per via del timore di dover rispondere per danno erariale (leggi). Impressione confermata anche dalle parole di Cecilia Marchi e Daniela Brandoli della segreteria studenti della Facoltà di lettere e filosofia: “le sue parole potevano essere diverse- dicono- e avrebbe potuto fare di più quando i sindacati sono andati in concertazione con il prefetto”.
“Tutta questa gente è qui in strada perché si è vista 50 euro in meno nello stipendio di questo mese -spiegano con molta franchezza Luca Tebaldi e Roberto Piccini- ma il discorso di base è che questa amministrazione non sta rispettando il contratto”.
Da ricordare che la protesta si inserisce in un quadro contrattuale che vede i salari dei dipendenti tecnico-amministrativi fermi al Contratto collettivo del 2008, “mentre il salario di produttività è quello del 2004 meno il 10%” come spiega ancora Grassi.