Emilia Romagna: "Alle scuole servono più bidelli". La Cgil: "Tagliati 2300 posti"
La protesta di una decina di collaboratori rimasti senza posto dal tetto delle elementari Bottego. L'assessore: "Non c'è un tavolo sul loro caso perché non possiamo intervenire sugli organici"
Le scuole dell'Emilia-Romagna hanno bisogno di più bidelli. Lo dice a gran voce la Cgil dopo la protesta che ha caratterizzato l'inizio di anno scolastico, con una decina di collaboratori scolastici che è salita sul tetto delle elementari Bottego per denunciare la perdita del lavoro. Un episodio che per il sindacato "dimostra che la situazione della scuola pubblica e del lavoro pubblico in Emilia-Romagna è una vera emergemza".
La FLC CGIL chiede al ministero dell'Istruzione e all'Ufficio scolastico regionale "di assegnare ulteriori risorse alle scuole che non possono assicurare il regolare funzionamento delle attività, per la sicurezza degli studenti e nel rispetto del contratto nazionale di lavoro".
In regione, rincara Raffaella Morsia, segretario generale della FLC CGIL regionale, "a fronte di un aumento di 25mila studenti in tre anni, sono stati tagliati 2300 posti di collaboratore scolastico, tecnico e amministrativo e 4mila docenti". Dei 200 Ata richiesti ad agosto, ne sono stati autorizzati solo 57 in deroga all'organico fissato dal ministero.
L'assessore regionale Patrizio Bianchi toglie intanto ogni speranza ai manifestanti delle Bottego. "Non c'è un tavolo" per loro, "perché, anche se lo chiediamo dal 2008, noi come Regione non abbiamo potere sugli organici, lo dice la legge".