Emilia: arrivano 1600 docenti. Cgil: «Ma i problemi restano»
Esulta la Cisl, ma da via Marconi avvertono: «Resteranno insegnanti di serie B, senza scatti di carriera. E i tagli colpiranno circa 500 amministrativi»
Chiara Affronte
In arrivo 1.608 insegnanti di ruolo in Emilia-Romagna. Di questi, 350 andranno a Bologna, 110 a Ferrara, 115 a Forlì-Cesena, 337 a Modena, 156 a Parma, 99 a Piacenza, 161 a Ravenna, 169 a Reggio Emilia e 111 a Rimini. Il decreto non è ancora ufficiale ma intanto esulta la Cisl con la segretaria regionale Anna Cicognani: «Come rivendicato con coerenza e pervicacia dal mio sindacato che dà continuità al piano triennale varato lo scorso anno. Un piano scaturito da intese sindacali di cui la Cisl è stata artefice assoluta». Meno soddisfatta la Cgil, che pur apprezzando il segnale dato dal Governo con queste immissioni in ruolo solleva subito una serie di problemi: «I posti vacanti copriranno circa il 65% del totale e inoltre resta il blocco delle carriere per i neo-assunti», attacca Raffaella Morsia, segretaria della Flc-Cgil regionale. Di fatto, saranno insegnati di serie-B, economicamente parlando, a parità di ruolo e compiti. «A questo ha portato l’accordo col governo che la Cgil non ha firmato», precisa la sindacalista della Camera del lavoro. Ma la grande preoccupazione della Cgil è per il personale Ata (amministrativo): «Sono la categoria più debole, quella più tagliata e di cui si parla di meno», aggiunge Monica Ottaviani della Flc-Cgil. E la spending review aggrava ulteriormente la loro situazione: «Una disposizione del decreto prevede che i docenti classificati come non idonei vengano dirottati tra il personale Ata», spiega Morsia. Una scelta molto «ingiusta» per la segretaria regionale perché «vengono costretti, non hanno i titoli e più così si riducono alla disoccupazione persone che da anni lavorano su posti vacanti nel settore amministrativo della scuola». Sul fronte Ata, in allarme anche la Cisl: «Il buon risultato ottenuto (sul fronte dei docenti, ndr) va completato con lo sblocco delle assunzioni anche per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Assunzioni per ora ferme a causa delle norme su esuberi e inidonei contenute nella spending review», precisa Cicognani. Di certo si tratterà di 5-600 posti che i docenti non idonei “scipperanno” agli amministrativi. Ma potrebbero anche aumentare: «I non idonei attualmente certificati dal Ministero per l’Emilia-Romagna sono questi, ma ce ne sono molti altri che il Governo evidentemente non ha ancora deciso se far transitare o meno». La partita è rilevante e «forse per questo che il numero definitivo per il personale Ata verrà reso noto solo a fine agosto», prosegue Ottaviani. Certo è che «in tal modo viene compromessa la qualità amministrativa», scandisce Morsia. E si scatenerà la solita «guerra tra poveri» all’italiana, aggiunge Ottaviani. Altro aspetto rilevante e non ancora chiarito dal Governo riguarda le zone della regione colpite dal terremoto. Per questi territori la Cgil aveva chiesto fin da subito che si coprissero i posti vacanti, sia per quanto riguarda i docenti che per i dirigenti scolastici. «In comuni già in grave difficoltà è impensabile tollerare ancora le reggenze», spiega Morsia. «Se anche venissero immessi in ruolo tutti coloro che hanno superato il concorso comunque resterebbero ancora reggenze in regione, ma noi chiediamo che almeno quelli siano stabilizzati circa 150 e che venga posta attenzione alle zone del terremoto», riferisce Morsia.