Crotone - Il posto fisso? Nella scuola è svanito da tempo
C'è una grande confusione nel mondo della scuola. E ad alimentarla sono tutta una serie di questioni ancora aperte, indefinite e dai mille possibili risvolti. Il dimensionamento
scolastico non ancora approvato dalla Regione Calabria, la riforma delle pensioni, le modifiche all'articolo 18, la riforma del titolo V della Costituzione, la questione degli
organici, il blocco dei contratti, l'assenza di un piano di reclutamento dei precari. Tutto concorre a rendere il panorama estremamente complesso e, quindi, ad alimentare dubbi e
interrogativi su ogni cosa: l'età a cui si potrà andare in pensione, con quali le modalità e a quali condizioni economiche; l'accesso al mondo del lavoro, la retribuzione, i modi, tempi e luoghi in cui lavorare. Ma soprattutto la garanzia del posto di lavoro. Perché se c'è una cosa chiara, è che tutte le riforme in atto vanno in un'unica direzione: assottigliare progressivamente le differenze tra incarichi a tempo indeterminato (il noioso posto fisso, insomma) e precariato. Lo dice a chiare lettere Antonella Folliero, della segreteria
regionale della FLC CGIL, alla numerosissima platea che gremisce l'aula magna dell'istituto per Geometri "Santoni".
La grande confusione, l'incertezza, la necessità di informazione, spiegano facilmente la grandissima partecipazione all'assemblea di docenti e personale Ata convocata dalla Cgil.
Il 5, 6 e 7 marzo si vota per il rinnovo dell'Rsu, e anche di questo si parlerà a lungo nell'assise. Anche se il segretario nazionale Pantaleo non è riuscito ad arrivare, bloccato
dalla neve, l'attenzione è molto alta. «Capire che davvero il posto fisso non è più una garanzia – spiega Folliero – non è semplice; occorre un radicale cambiamento di
mentalità. Eppure è così. Le garanzie diminuiscono, mentre cresce la possibilità di trovarsi in esubero».
Gli esempi pratici li fa Franco Lavigna, funzionario del patronato Inca: «Il dimensionamento scolastico, la riforma dell'articolo 18, l'impossibilità per molte migliaia di
persone di andare in pensione, provocheranno molti esuberi. Tutti lavoratori che se non verranno ricollocati entro due anni, potranno essere licenziati». E se uno a 50 anni si trova
in mobilità, in un panorama lavorativo che respinge pure i ventenni, cosa fa? «La situazione – aggiunge Folliero – è resa ancora più preoccupante dalla riforma del titolo V,
che ormai è cosa fatta; la riforma praticamente assegna alle Regioni tutte le competenze in materia di istruzione. E questo arretramento dello Stato rappresenta un pericolo
gravissimo per le regioni più deboli. Pensiamo alla Regione Calabria, che finora non è stata mai in grado di elaborare neppure un progetto o un'idea sulla scuola e sul mondo dell'istruzione». Il rischio è quello di precipitare nel caos, penalizzando ulteriormente il sistema della scuola pubblica. «Noi, invece – interviene Mimmo Denaro, della FLC CGIL Crotone – siamo fermamente convinti che la rinascita della nazione debba partire dalla scuola, e che questo mondo vada difeso con forza senza accettare quei compromessi che Cisl e Uil hanno accettato sedendosi al tavolo di politici e amministratori». «Ecco perché – prosegue Denaro – il rinnovo dell'Rsu rappresenta un segnale politico fortissimo. Negli ultimi anni si è tentato in tutti i modi di cancellare la rappresentanza sindacale dalla scuola, di sminuire la portata dei problemi. Che però ora stanno venendo fuori con tutto il loro peso. Le elezioni dell'Rsu rappresentano il solo modo per dire che il personale della scuola c'è, e vuole riappropriarsi del proprio ruolo per difendere se stesso e la scuola intera».