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Cosenza:Centinaia di docenti e collaboratori rischiano di rimanere senza posto

Assalone (Cgil) teme un peggioramento dell'offerta formativa

18/06/2011
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Gazzetta del Sud
Luigi Carbone
Il ritratto della scuola, di questi tempi, somiglia ad un libro mastro, fatto di cifre in entrata e in uscita e previsioni di bilancio. Il primo numero è sempre quello: 133, che corrisponde alla legge che ancora per un altro anno porterà ulteriori tagli. Gli altri numeri sono conseguenti al primo, e le cifre più alte sono in rosso e col segno meno davanti. In provincia di Cosenza la riduzione parla di 267 docenti di ruolo che quest'anno sono rimasti senza cattedra e che difficilmente troveranno una casella libera quest'estate, considerato che i posti in meno sono 412. Cifre in negativo anche per i collaboratori scolastici, 201 posti in meno, 15 per gli assistenti tecnici e 55 per quelli amministrativi. A fornire i dati dell'Ufficio scolastico regionale è il segretario generale della Flc-Cgil cosentina, Pino Assalone, che dà una lettura allarmante: «Il taglio in provincia di Cosenza ,così come nel resto della nostra regione, provocherà inevitabilmente, il peggioramento dell'offerta formativa nella scuola pubblica».
Anche quest'anno, dice, «un esercito di personale della scuola non avrà più incarico». I riflessi si vedono chiaramente anche sulla formazione delle classi, diversi istituti si sono trovati con meno posti di lavoro perché non ci sono gli alunni sufficienti per formare tutte le classi richieste. Diverse scuole medie e superiori non sono riuscite a formare le prime classi, il che significa che chi ha iscritto i figli al primo anno in una scuola rischia di ritrovarseli da un'altra parte. E ancora: cala l'offerta per chi vorrebbe frequentare le scuole serali, sono saltate infatti dieci classi. «Questi tagli - dice Assalone - si sommano a quelli degli anni precedenti, che hanno già determinato un indebolimento del tessuto economico già di per se asfittico, ma soprattutto hanno minato e minano il sistema culturale precarizzando ed emarginando un tessuto sociale già debole. Ma a farne le spese saranno gli alunni e gli studenti della nostra provincia che rischiano di non avere a disposizione un corredo di personale che li possa mettere nella situazione di svolgere gli studi come previsto dalle norme non solo costituzionali. Qui si lede il diritto allo studio, garanzia fondamentale di crescita sociale e baluardo di democrazia. In questo modo con le molte classi non costituite sia alle medie che alle superiori e nonostante l'altro ieri il Consiglio di Stato abbia accolto le varie sentenze in merito alle classi pollaio, ai tagli agli organici imposti dal ministro Gelmini e Tremonti con la Finanziaria del 2008 si continua a falcidiare la scuola pubblica. Ancora oggi molte famiglie sono state costrette a rinunciare al tempo pieno. Non si può giustificare l'enormità dei tagli adducendo che il personale della scuola è troppo. È una generalizzazione».
Inifine l'invito a darsi da fare: «È giunto il momento che tutte le forze politiche, quelle sindacali, le associazioni trovino un momento di discussione per capire dove sta andando la scuola in città e se ci sono le condizioni per porre freno alla emorragia che sta investendo un settore così delicato per la nostra crescita sociale e democratica».
I numeri
201 saranno i collaboratori scolastici in meno, secondo i dati che la Cgil riporta basandosi su quelli forniti dall'Ufficio scolastico regionale.
15 tagli riguardano gli assistenti tecnici.
55 sono i posti in meno per gli assistenti amministrativi.
412 sono i posti che verranno a mancare da settembre per quanto riguarda il personale docente.
267 sono gli insegnanti di ruolo che quest'anno, a causa della riduzione delle classi, sono rimasti senza una sede e rischiano il trasferimento d'ufficio.
10 sono i corsi serali che quasi certamente spariranno dall'offerta formativa. Inoltre numerose scuole medie e superiori non formeranno tutte le prime classi previste.

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