Corriere/Veneto: «Tanti precari lasciati a casa diremo no al lavoro aggiuntivo»
Manifestazione a Mestre, domani il bis a Venezia
MESTRE - La pioggia non ferma la protesta degli insegnanti. Ieri mattina in un centinaio si sono radunati in piazzetta Pellicani per un’assemblea sindacale all’aperto. Obiettivo: far conoscere a tutta la città la grave situazione in cui versa l’istruzione in Italia. «La scuola della riforma Gelmini è un disastro», denunciano maestri e professori. Classi sovraffollate, precariato e mancanza di fondi sono i problemi più scottanti. «Insegnare a 30 alunni è impossibile», denunciano Snals, CGIL,Cobas, Gilda e la Rete dei precari che ieri hanno aperto il microfono alle testimonianze di quanti nella scuola veneziana lavorano ogni giorno. «Io sono di ruolo - racconta una docente dell’istituto Pacinotti - mi reputo fortunata ma la situazione ha dell’inverosimile, sono stati lasciati a casa centinaia di precari senza alcun motivo». Gli studenti infatti non sono diminuiti, quest’anno nella provincia di Venezia ci sono 1.500 bambini e ragazzi in più rispetto al 2009. La riforma della scuola e i tagli all’istruzione hanno imposto classi da 30 studenti. «Stiamo monitorando le strutture perché c’è un serio problema di sicurezza e di sovraffollamento», dicono i sindacati. L’assemblea sindacale in piazza ieri ha quindi deciso che gli insegnanti di ruolo e quelli a tempo determinato non sopperiranno alla mancanza di personale. «L’assemblea rifiuta che i pochi che conservano il posto siano caricati di lavoro aggiuntivo per colmare i tagli occupazionali e di risorse», si legge nel comunicato dell’iniziativa. Un altro no arriva contro le classi da trenta. Quella di ieri non è che una delle molte mobilitazioni anti-riforma Gelmini. Si profila infatti un autunno caldo sul fronte scolastico. Già domani sono state indette altre due iniziativa, lunedì mattina si riuniscono in assemblea i ricercatori universitari di Venezia e nel pomeriggio la CGIL, ha indetto un presidio in campo San Geremia contro i tagli alla cultura. L’appuntamento è fissato alle 16 e parteciperanno anche i lavoratori del teatro La Fenice da mesi in lotta contro i finanziamenti ridotti del Fondo unico per lo spettacolo (Fus). «Contrastiamo le politiche del governo - spiega la CGIL, - blocco dei contratti, espulsione dei precari, assenza di finanziamenti e tagli al Fus stanno mettendo in ginocchio la formazione e la produzione culturale in Italia».