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Corriere/Veneto: «Scuola, lezioni all’aperto contro i tagli del governo»

Pronta la protesta: coinvolti dalle elementari alle superiori

21/04/2010
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Corriere della sera

PADOVA—Lezioni all’aperto, per portare agli occhi di tutti la situazione della scuola padovana. Non è certo un gioco o uno stile innovativo di formazione, ma una provocazione in piena regola quella lanciata dal Coordinamento dei Consigli d´Istituto e dal Circolo della provincia di Padova. Pronti a scendere in piazza con lavagne, banchi e libri per alcuni giorni, se dal ministero dell’Istruzione non arriverà una risposta certa sui fondi promessi,mamai erogati. «Il periodo buono per manifestare con delle lezioni all’aperto potrebbe essere quello tra il 10 e il 20 maggio» conferma Carlo Salmaso, responsabile del Coordinamento. Superiori, elementari e medie sono quindi pronte a ripercorrere quanto fatto dalle Università nell’ottobre del 2008. Quando gli atenei d’Italia avevano portato avanti una settimana di lezioni fuori dalle aule per protestare contro i tagli previsti dal Ministro Maria Stella Gelmini.

Qui la situazione è un po’ diversa, perché sono le scuole che avanzano soldi da Roma: circa 8 milioni di euro per le 130 istituzioni scolastiche di Padova e provincia. Centesimo in più, centesimo in meno. «Soldi che il Miur ha già previsto e stanziato,manon ha mai fatto arrivare nelle casse degli istituti», continua Salmaso. Con il risultato di mettere in grossa difficoltà chi si trova ad amministrare finanze inesistenti e a fare i conti con una cassaforte che si svuota sempre più in fretta.

Tra i casi più diffusi quello delle supplenze non pagate. Alcuni istituti infatti si trovano nella situazione di non poter retribuire professori con cui già hanno firmato un contratto di sostituzione. «I soldi c’erano fino al mese scorso» fa notare sempre il responsabile del Coordinamento. «Non solo, perché le scuole che devono programmare supplenze di una o due settimane - spiega - preferiscono smembrare le classi e ridistribuire i ragazzi in altre sezioni». Scelta dettata dalla mancanza di fondi, ma che così mette in crisi lo stesso sistema scuola con classi composte, per alcune settimane, da 30 e oltre alunni. Per poi ritornare alla vita normale rendendo di fatto difficile l’insegnamento. Nel mirino del Coordinamento però ci finiscono anche quei contributi volontari che i genitori scelgono di versare nella casse delle scuole dell’obbligo (elementari, medie e i primi due anni delle superiori). «Non vorremmoche diventassero contributi fissi. E’ già successo che alcune scuole arrivassero a pagare i supplenti con questi soldi, che sono dei genitori». Problema segnalato in una lettera firmata da 41 scuole padovane e inviata al provveditore regionale Carmela Palumbo e al collega provinciale Franco Venturella. «Sono problemi segnalati anche da noi - risponde Venturella -, posso dire che qualcosa si sta muovendo e che nei prossimigiorni dei finanziamenti arriveranno, per far fronte al pagamento di supplenze e altro».

Nicola Munaro


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