Corriere: Scuola, maxi tagli a Padova e Treviso
Nuovo anno con più alunni e meno insegnanti. I sindacati: «Tempo pieno a rischio»
VENEZIA — Oltre 4500 studenti in più e 1633 cattedre in meno. I tagli alla scuola veneta, effetto della riforma, sono stati ufficializzati dal ministero e ieri l’Ufficio scolastico regionale li ha declinati territorialmente: a Padova e Treviso i numeri sono particolarmente pesanti e in molte scuole elementari della regione è a rischio il tempo pieno.
I dati sono stati comunicati ieri ai rappresentanti degli Uffici scolastici provinciali, i vecchi provveditori. Padova e Treviso saranno dunque per l’anno scolastico 2010/2011 le province più colpite dai tagli, con rispettivamente 315 e 373 cattedre «cancellate dall’elenco», seguite a ruota da Vicenza (-285) e Verona (-264), mentre la situazione sembra leggermente migliore a Venezia (-172). Rovigo (-125) e Belluno (-99) hanno numeri assoluti inferiori, ma in proporzione l’impatto potrebbe essere anche peggiore. «Quelle più colpite sono anche le province più popolate — spiega Giovanni Pontara, provveditore di Verona — sapevamo che i tagli sarebbero stati pesanti, ma non eravamo a conoscenza di una riduzione degli organici così consistente. A partire da domani mi confronterò immediatamente con i sindacati, per fare una verifica puntuale. Poi bisognerà cominciare a pensare al futuro e a come dare risposta alle richieste delle famiglie. Visti i dati, però, credo sarà quasi impossibile».
Alle elementari
Futuro a rischio in particolare per le classi a tempo pieno delle elementari e per le superiori, dove si sono concentrati i tagli (rispettivamente -662 e -902 cattedre), mentre ne è uscita quasi indenne la scuola dell’infanzia, che aprirà l’anno con 42 cattedre in più. «Il tempo pieno delle elementari in molte scuole potrebbe non partire — dichiara Salvatore Mazza, segretario regionale della FLC CGIL — le richieste delle famiglie quest’anno sono molto aumentate. Le scuole hanno chiesto 382 classi in più di tempo pieno a livello regionale, ma con questi tagli non riusciremo a garantire una risposta nemmeno soddisfacente». «Mi chiedo come potremo dare una risposta alle domande dei cittadini, già dai prossimi giorni comincerò a valutare i percorsi possibili — aggiunge Pontara —. A Verona cercherò di dare priorità alle sezioni di tempo pieno, già partite, per dare continuità di apprendimento ai bambini. Una volta soddisfatta quest’esigenza primaria penseremo al resto». Una richiesta in aumento, quella del tempo pieno, che ha visto aderire all’opzione, per il 2010/2011, 7331 studenti in più a livello regionale e che rischia però di cadere nel nulla, in quasi tutte le province venete. «Ancora una volta non c’è stato nessun ragionamento sul percorso scolastico dei ragazzi — dichiara Fabio Barina della Gilda — continuiamo a parlare di numeri ma questa è formazione. Nonostante ciò viene mantenuto il silenzio assoluto dalle forze politiche nazionali e locali, è i nammissibil e. Si de v o no esporre, dire che scuola vogliono, non quanti soldi devono tagliare. In questo momento di emergenza si continua a parlare di quote stranieri e si aprono dibattiti, come grembiule si grembiule no, ma la situazione è molto più grave di quanto sembra».
Alle superiori
Conclusioni ancora in alto mare, invece, per le scuole superiori, l’ordine apparentemente più colpito, che registra anche il dato più alto, con 902 tagli di cattedra rimasti però «indefiniti». «La situazione delle scuole superiori è assurda, verranno tagliate 902 cattedre ma non si sa dove — spiega Mazza —. Le materie sulle quali graveranno i tagli, infatti, verranno decise direttamente dal ministero e nemmeno l’Ufficio scolastico regionale è in grado per il momento di dire nulla, bisognerà aspettare nuove indicazioni». Getta acqua sul fuoco Carmela Palumbo, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, che nel bilanciamento dei tagli ha fatto qualche variazione rispetto ai dati previsti inizialmente. «Per le medie il taglio illustrato ai sindacati è di 121 unità (a fronte dei -45 designati dal ministero, ndr) — spiega — in virtù della diminuita domanda di tempo prolungato. Per le elementari la proposta è di eliminare 652 posti, un numero inferiore rispetto ai 728 ipotizzati dalla bozza ministeriale, perchè si è cercato di tener conto proprio della forte richiesta di tempo pieno delle famiglie. In ogni caso per tutte le sezioni di tempo pieno partite gli scorsi anni verrà sicuramente garantita la continuità».