Corriere/milano: Scuola, 700 maestri in meno con duemila alunni in più I sindacati: sarà il collasso
Il direttore Colosio: a Milano tagli equilibrati
«Questo taglio nelle scuole elementari di Milano è il più pesante dal dopoguerra a oggi»: i sindacati non usano mezzi termini per descrivere la situazione. Tanto che quest’anno è già stato denominato annus horribilis per le primarie. Perché a parlare chiaro, dicono, questa volta sono proprio i numeri. Ed eccoli qui: sulla carta si parla di 476 insegnanti in meno, ma che in realtà saranno 706.
«Visto l’aumento di un centinaio di classi di tempo pieno a causa di quasi duemila alunni in più», spiega Attilio Paparazzo (Cgil). Il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio si dice invece tranquillo e spera «in una collaborazione di tutti per affrontare al meglio la riorganizzazione». Questi conti, comunque, «sono stati fatti in proporzione eMilano è al di sotto della media regionale sul rapporto insegnanti-studenti. E sono in base sull’organico di diritto e non di fatto, quindi si può sperare in qualche miglioramento».
Ma il sentimento dei sindacati è proprio l’opposto. «A noi, che avremmo diritto al 40 per cento dell’organico regionale, danno oltre il 60 per cento dei tagli lombardi. Si favoriscono altre province», sottolinea Rita Frigerio (Cisl). E intanto le scuole si stanno preparando. Per il prossimo anno scolastico dovranno essere formate 7.209 classi a tempo e 557 amodulo in 303 circoli didattici. Servono quindi 15.103 insegnanti, ma che in realtà dovrebbero essere 15.190 per le classi in ospedali e scuole speciali. Il ministero e l’Ufficio scolastico hanno già chiarito: ci saranno 14.484 posti. Non uno di più. «Questo significa che si taglieranno 3 docenti per istituto». Quando il 92 per cento dei genitori ha scelto il tempo pieno. «Così si disattendono le promesse fatte alle famiglie». E intanto la Cgil annuncia in ricorso al Tar, così come era stato fatto lo scorso anno. «Aspettiamo l’udienza il 13 maggio». Di tagli non vogliono neanche sentire parlare, ma se devono essere almeno siano «pensati in due tempi: adesso e a settembre». Però il provveditore Giuliana Pupazzoni ricorda che la «razionalizzazione in tre anni è voluta dall’articolo 64 della legge 133».
Dunque non si può fare nulla. Nemmeno davanti alle proteste. Giusto ieri un presidio, l’ennesimo, davanti al provveditorato di genitori e insegnanti di Retescuole «per la difesa della scuola statale». L’associazione ha fatto una raccolta firme. E oggi ci sarà un nuovo incontro durante il quale si discuterà di come distribuire i tagli negli istituti. Ma si parlerà anche degli altri ordini di scuola. Alle superiori di primo grado si parla di una riduzione, a livello regionale, di 407 insegnanti, mentre in quelle di secondo grado di 1.689. «Ma almeno alle superiori c’è stata una riduzione delle ore». Questo però «non deve e non può