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Corriere di Romagna-Dobbiamo fermare la Moratti

"Dobbiamo fermare la Moratti" L'assemblea del personale docente e non docente dell'Ipc "Strocchi" e dell'Istituto professionale agrario "Persolino" di Faenza ha approvato un documento...

05/06/2005
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Corriere di Romagna

"Dobbiamo fermare la Moratti"

L'assemblea del personale docente e non docente dell'Ipc "Strocchi" e dell'Istituto professionale agrario "Persolino" di Faenza ha approvato un documento contro la legge 53/2003 (la cosiddetta Riforma Moratti), attaccando in particolare l'ultima bozza del decreto sulla Scuola superiore.Il documento è stato firmato da 101 docenti e non docenti, su 137. Quasi il 75%, dunque."Una percentuale altissima - dichiara uno dei docenti, Gian Piero Landi - un no secco a una riforma assurda e sbagliata".E non si tratta certo di un caso isolato."Documenti analoghi - continua Landi - sono stati approvati nelle ultime settimane in varie scuole superiori della nostra provincia. Inoltre a Ravenna è stato costituito il comitato 'Fermiamo la Moratti'"."L'assemblea - si legge nel documento approvato dagli istituti 'Strocchi' e 'Persolino' - respinge l'impianto che, dividendo nettamente la scuola tra il sistema dei licei e il sistema dell'istruzione e formazione professionale, non garantisce agli studenti uguale dignità culturale. Esprime inoltre contrarietà e preoccupazione per la scelta precoce a 13 anni tra i due sistemi, imposta agli alunni e alle loro famiglie. E' facile prevedere che tale scelta risulterà nei fatti irreversibile, accentuando le disuguaglianze sociali".Viene poi evidenziata la "manifesta contrarietà alle intenzioni ministeriali di snaturare l'identità dei Licei Artistici, degli Istituti Tecnici e dei Professionali, con la scomparsa di alcune discipline e insegnamenti di indiscutibile valenza formativa".Nel mirino c'è anche la riforma costituzionale, vista la contrarietà "al passaggio dallo Stato alle Regioni dell'intero settore della formazione professionale".Inoltre, l'assemblea "esprime preoccupazione per la riduzione del tempo scuola prevista dai quadri orari proposti e per la divisione tra materie obbligatorie e facoltative, che si tradurrà in un impoverimento della preparazione culturale degli alunni. Soprattutto nella formazione professionale si produrrà un sistema a bassissima valenza culturale, esattamente contrario agli obiettivi dichiarati e non corrispondente alle richieste produttive dei territori".Forte opposizione "al taglio di decine di migliaia di posti di lavoro di tutti i lavoratori della scuola (docenti, ITP, ATA, precari), che per anni hanno contribuito alla educazione delle giovani generazioni e alla formazione di valide figure professionali" e "alla distruzione dei curricoli nazionali, che porterà profonde e significative disuguaglianze tra le varie regioni".Ribadendo "l'importanza di una scuola pubblica nazionale che innalzi l'obbligo scolastico a 18 anni, da non confondere con l'attuale diritto-dovere alla formazione proposto dalla legge Moratti (che si può assolvere anche con l'apprendistato presso aziende)", nelle sue conclusioni l'assemblea chiede "l'abrogazione della Legge 53/03" e "una nuova Legge di riforma della scuola media superiore che mantenga l'unitarietà del sistema educativo nazionale, che valorizzi la scuola pubblica statale e che innalzi l'obbligo scolastico subito a 16 anni e in tempi brevi a 18 anni".


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