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Corriere di Romagna-Cento firme contro la Moratti

Cento firme contro la Moratti IMOLA - "La riforma del sistema scolastico, meglio nota coma riforma Moratti, va fermata e subito", a chiederlo è il coordinamento dei docenti delle scuole s...

07/03/2005
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Corriere di Romagna

Cento firme contro la Moratti
IMOLA - "La riforma del sistema scolastico, meglio nota coma riforma Moratti, va fermata e subito", a chiederlo è il coordinamento dei docenti delle scuole superiori imolesi. Per spiegarne il perché, lo scorso martedì gli insegnanti hanno convocato un'assemblea cittadina così da confrontarsi con i sindacati, gli esponenti politici e gli imolesi interessati al presente e al futuro della scuola.Il deciso "no" alla riforma nasce dalla precisa convinzione che la scuola debba garantire pari opportunità a tutti, un diritto imprescindibile che, nella lettura che ne fanno i professori, verrebbe invece meno. Puntano il dito contro l'istituzione di un doppio canale di accesso alla cultura voluto dalla Moratti: da una parte il liceo e poi l'università, dall'altra il lavoro in azienda e in mezzo ragazzi che a 13/14 anni dovrebbero scegliere il loro futuro professionale. Alla divisione "classista", cultura a pochi e pura manovalanza a molti, si somma poi, secondo gli insegnanti, una disparità di opportunità territoriale poiché, mentre il sistema dei licei competerà allo Stato, l'istruzione e la formazione professionale saranno di competenza esclusivamente regionale e le relative qualifiche professionali rilasciate saranno riconosciute solo a livello regionale. La riforma permette inoltre una "terza via", quella di fuga dalla scuola: l'apprendistato lavorativo che consente di assolvere al diritto-dovere di ricevere un'istruzione andando a lavorare a 15 anni.Secondo il coordinamento dei docenti delle scuole superiori imolesi la netta dicotomia della nuova scuola non preserva i quadri intermedi ma condanna l'"istruzione di mezzo": i licei soppianteranno gli attuali istituti tecnici senza però rilasciare un titolo di studio spendibile nell'immediato nel mondo del lavoro. Inoltre, anche la qualità dell'istruzione risentirebbe della riforma: meno ore di inglese e di informatica, delle famose tre I promesse solo quella di impresa sarebbe mantenuta. Nella bozza di riforma spariscono poi del tutto molte materie professionali, in particolari quelle che si avvalgono di Itp, insegnanti tecnico pratici. Infine, verrebbe dequalificata la funzione docente, equiparandola nel sistema della formazione a chiunque abbia svolto una mansione scolastica per cinque anni."Non siamo soddisfatti del confronto con sindacati e rappresentanza territoriale - commenta Carmela Puliatti docente del Paolini-Cassiano - ai quali chiediamo disponibilità di ascolto e di riflessione, appoggio e condivisione". L'assemblea non era poi affollatissima: "130, 140 persone forse a causa del maltempo o di Sanremo", che hanno però mostrato la loro partecipazione attiva tanto che i docenti hanno raccolto un centinaio di firma a loro sostegno.

Michele Marchetti


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