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Corriere dell'Umbria: Il mondo della scuola di nuovo in piazza per protestare.

Contro la manovra del governo iniziative Cgil a Perugia e Terni. Anche la Cisl alza la voce.

03/06/2010
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Protesta la scuola Annunciate iniziative contro la manovra varata dal Governo

La scuola umbra torna a mobilitarsi in vista del prossimo sciopero generale della Cgil che si terrà entro il mese di giugno. Venerdì la Flc-Cgil di Perugia e quella di Terni promuovono infatti una mobilitazione “contro la manovra varata dal governo”. Nei due capoluoghi si terranno altrettanti presidi/assemblee davanti agli Uffici scolastici. A Perugia l’assemblea si terrà dalle ore 10,30 alle 13,30 presso il piazzale antistante la sede dell’Usr in via Palermo. A Terni, invece, appuntamento alle ore 11,30 davanti all’Ufficio scolastico provinciale in via G. D’Annunzio. “La manovra - afferma Amedeo Zupi, segretario generale della Flc Cgil dell’Umbria - penalizza fortemente i settori pubblici e della conoscenza, colpendo i salari e, soprattutto, il welfare, i diritti dei più deboli, dei precari, dei pensionati, delle famiglie. A questi tagli - prosegue Zupi - si aggiungono il blocco del turn over e il blocco dell’aumento degli organici degli insegnanti di sostegno. Un insieme di misure che ancora una volta, nel corso di questa legislatura, colpisce un settore di enorme interesse sociale e collettivo. Anziché investire in conoscenza e programmare lo sviluppo - conclude Zupi - si penalizzano i settori che, in tutti gli altri paesi, sono il cuore delle politiche per uscire dalla crisi”. Anche la Cisl Scuola si mobilita. “Siamo consapevoli - ha affermato il segretario generale regionale Cisl Scuola Ivana Barbacci - che la manovra correttiva alla Finanziaria sia necessaria per intraprendere un percorso di risanamento del debito pubblico, ma siamo altrettanto consapevoli che gli effetti non possono e non devono ricadere sul personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) che ha già subito gli effetti dei tagli del Decreto Gelmini- Tremonti. In Umbria si tratta di 2.898 docenti della scuola superiore, 3.011 della scuola primaria, 1.828 docenti della scuola media e 1.493 della scuola dell’infanzia. Il solo blocco delle progressioni economiche costerà ad una maestra, che abbia maturato un’anzianità di carriera di 28 anni, la cifra di 2.614 euro all’anno. Mentre un dirigente pubblico, con una retribuzione di 130.000 euro, se ne vedrebbe ridotti solo 2mila. La Cisl Scuola a partire dall’assemblea nazionale dei delegati del 5 giugno attiverà sul territorio “...tutte le azioni di mobilitazione nel segno della rivendicazione di una doverosa equità, in stretta coerenza con l’assunzione di atteggiamenti responsabili propri del nostro agire sindacale”


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