Corriere del Veneto: Tagli, a scuola 242 cattedre a rischio
I risparmi toccano oltre 400 posti. Palumbo: «Alunni in aumento, numeri da verificare»
Proiezione del Sole 24 Ore rispetto ai programmi del governo. Sindacati sul piede di guerra
ROVIGO — Il governo rischia di far saltare ben 408 posti di lavoro nella scuola polesana, tagliando 242 insegnanti e 166 operatori Ata, ossia impiegati amministrativi e bidelli. Sono queste le stime contenute nell'analisi che Il Sole 24 Ore ha fatto della proposta di piano di riorganizzazione contenuta nella manovra estiva messa in cantiere dal governo Berlusconi. I conti sono stati costruiti sulla base della volontà espressa di tagliare di 3 miliardi a regime la spesa, riducendo gli organici. Tradotti a livello territoriale i conti su Rovigo parlano di 19 cattedre in meno nella scuola dell'infanzia, 79 nelle primarie, 54 allle medie, 89 nelle superiori.
Ma i sindacati si dicono sono già pronti alla rivolta, temendo che il dimagrimento potrebbe far precipitare nel caos i servizi e, quindi, non avere alcuna ricaduta positiva in termini di efficienza. Insomma, gli elementi per una bufera ci sono tutti. «Altro che tagli, servirebbe semmai un centinaio di nuove immissioni in ruolo - sostiene Bertilla Gregnanin, segretario provinciale Uil scuola -. Il rischio, infatti, non è solo che vengano messi a casa dei lavoratori, ma che venga messa a rischio la continuità didattica che già con gli organici attuali è spesso difficile garantire. Basta pensare alle complessità legate all'insegnamento dei ragazzi portatori di handicap o alla responsabilità che comporta l'inserimento dei bambini stranieri. Chi dice che gli insegnanti sono dei pelandroni, dovrebbe fare un giro nelle scuole e vedere, invece, quanto impegnativo è questo mestiere». Gregnanin spende una parola anche per amministrativi e bidelli: «Anche in questo caso i tagli non risponderebbero ad alcuna logica funzionale. Basta pensare che ci sono scuole chiuse per la carenza di queste figure professionali ». Non si sbilancia Franco Venturella, referente dell'Ufficio scolastico provinciale: «Non abbiamo avuto alcuna informazione ufficiale e le uniche informazioni nel merito le apprendiamo anche noi dai giornali».
Tocca, dunque, al direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, cercare di tranquillizzare gli animi. «Le proiezioni del Sole 24 Ore hanno un taglio prettamente ragionieristico - sostiene - nel senso viene applicato un criterio sulla media nazionale, peraltro su una proposta che è ancora tale e, dunque, non può avere ricadute immediate. In provincia di Rovigo, per esempio, la popolazione scolastica è tendenzialmente in crescita e, dunque, sarebbe tutta da verificare la decisione di ridurre i ranghi. Staremo, quindi, a vedere se l'ipotesi di provvedimento verrà approvata ».