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Corriere/Bologna: Tagli di posti a scuola, i sindacati ai prof: stop a straordinari e gite E tre presidi decidono di non riaprire gli istituti

I tagli agli organici nella scuola fanno compattare il fronte sindacale che fa appello ai docenti di non fare ore eccedenti e straordinari, neanche per le gite, «perché questo toglie lavoro a chi ne ha sempre di meno»,

28/08/2010
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Corriere della sera

Marina Amaduzzi

I tagli agli organici nella scuola fanno compattare il fronte sindacale che fa appello ai docenti di non fare ore eccedenti e straordinari, neanche per le gite, «perché questo toglie lavoro a chi ne ha sempre di meno», come recita un manifesto che sarà distribuito davanti a tutte le scuole. Non solo: annuncia ricorso al Tar «perché si tolgono posti dal tempo pieno storico per recuperare ore di lingua inglese, ledendo così una legge dello Stato e i diritti degli alunni», spiega Sandra Soster, segretario provinciale della Flc-Cgil, a cui si affiancano Cisl scuola, Snals, Gilda e Cobas. La scure del ministero sul personale, sui docenti ma anche sui collaboratori scolastici (i bidelli), sta creando una situazione tale che, confidano i sindacati, «tre dirigenti, quelli che guidano gli istituti comprensivi di Vado, Monterenzio e Crespellano, con molti plessi da gestire, hanno detto che non apriranno se i numeri restano questi», dichiara Soster.

Mancano poco più di due settimane all’apertura della scuola e i problemi sono già sul tappeto. Enfatizzati dall’ufficializzazione, avvenuta ieri, degli organici di fatto da parte dell’Ufficio scolastico provinciale. «Alla scuola dell’infanzia— attacca Patrizia Prati della Cisl scuola— mancano 19 sezioni e 628 bambini restano senza asilo. Per lo più sono in provincia, i casi più gravi ad Anzola, Budrio, San Giovanni in Persiceto e Zola». Alla primaria «sono stati attribuiti 21 posti per la lingua straniera, per noi ne mancano altri 40-50 — prosegue —, tolgono i posti al tempo pieno storico per ridistribuirli a chi non li ha». Succede anche alla Longhena, la scuola sui colli che ha da sempre 15 classi a tempo pieno e quindi, per legge, 30 docenti, «in organico di fatto sono diventati 29, perché un docente va all’estero e non è stato nominato il supplente», spiega Soster. Per questo partirà il ricorso al Tar.

Alle medie e alle superiori «c’è stato uno spezzattamento di centinaia di cattedre, 154 alle medie e 425 alle superiori, in ore, da coprire con le ore eccedenti dei docenti», spiegano i sindacalisti. Per questo i sindacati chiedono di non dare la disponibilità a fare ore in più e di straordinario, «coprendo con ore eccedenti i posti spariscono», conclude Alessandro Palmi del Cobas, «chiediamo di non collaborare allo sfascio della scuola pubblica


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