Corriere/Bologna: Scuola, mancano i prof Presidi e sindacati: «Ora dateceli per decreto»
Cgil, Cisl e Coordinamento dirigenti: «Situazione gravissima» In bilico la permanenza del direttore scolastico regionale
La situazione della scuola bolognese è «inedita e gravissima», a causa della «mancata copertura di posti in organico necessari a garantire l'orario di funzionamento curricolare» e della «patologica situazione delle reggenze ». Così le segreterie provinciali Flc-Cgil e Cisl-scuola e il Coordinamento unitario dei dirigenti scolastici si sono espressi ieri ufficialmente, dopo gli incontri di mercoledì e giovedì con le Rsu e con i presidi degli istituti. I problemi non riguardano solo il tempo pieno (sono 22 le classi di scuola primaria a cui non potranno essere garantite le 40 ore), ma anche l'inglese, il sostegno, i corsi serali e le cinque «anomale pluriclassi » alle superiori. E tutto questo senza che da Roma arrivi un posto in più. «Gli ispettori del ministero l'hanno detto chiaramente, i numeri a livello nazionale tornano», sospira Sandra Soster, segretaria provinciale della Flc-Cgil.
Lo scontro tra Roma e la nostra regione si fa sempre più aspro. Tanto è vero che circolano insistentemente voci di una resa dei conti tra il ministero e i suoi dirigenti locali. Ad essere sulla graticola sarebbe in primo luogo il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Luigi Catalano, al quale la viceministro Mariangela Bastico avrebbe attribuito la responsabilità di aver fatto male i conti sugli organici. Ieri Catalano era a Roma. «Sono un servitore dello Stato — dice al telefono — , mi ha mandato qui il ministro Fioroni e se mi rimandano a Roma mi fanno un piacere, anche se non vorrei lasciare un lavoro appena iniziato. Questa regione ha una scuola di livello elevato: tutto ciò che potrebbe abbassare la qualità dell'offerta formativa fa scaldare gli animi. Quello che mi hanno dato io ho cercato di distribuirlo, per soddisfare tutte le esigenze. Resta il fatto che la Finanziaria ha ridotto le risorse».
Ora le carenze della scuola bolognese sono nero su bianco. I sindacati e il Coordinamento dei presidi chiedono a tutti i dirigenti scolastici di «istituire con un decreto i posti e le ore necessarie a garantire a tutti gli alunni («non uno di meno») in tutte le classi gli insegnamenti curricolari mancanti», sollecitando il ministero ad approvarli. Rigettano al tempo stesso tutte le ipotesi di «organizzazione creativa», suggerita dall'amministrazione, per colmare le carenze con ore straordinarie da assegnare a docenti già in servizio o laboratori finanziati da genitori o sponsor. Nella primaria l'inglese va garantito, così come il sostegno ai disabili. Alle superiori «a fonte di almeno 850 alunni in più, quest'anno funzionano quattro classi in meno» e con un'operazione di «ingegneria delle forbici» si è arrivati all'inedita istituzione di cinque pluriclassi (quarta e quinta insieme), in due istituti di Loiano e in uno rispettivamente a Castel San Pietro, Medicina e Molinella.
Non meno grave, infine, la situazione delle reggenze. «Sono state assegnate ai dirigenti scolastici 26 reggenze — scrivono presidi e sindacati — determinando così una situazione di forte sofferenza su 52 istituti (quasi il 50% delle scuole della provincia) che si trovano ad avere un "dirigente dimezzato"». Non solo: le reggenze sono state affidate a «dirigenti scolastici di diverso settore formativo, a neo-immessi in ruolo e addirittura a dirigenti di altra provincia».
Marina Amaduzzi