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Corriere/Bologna: Scuola, battaglia sugli arretrati. E mancano i soldi per i banchi

La Cgil pronta a procedere con le ingiunzioni di pagamento. A rischio pure i corsi di fine anno

01/04/2010
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Corriere della sera

La Cgil regionale minaccia di procedere con le ingiunzioni di pagamento per i docenti di ruolo che non sono stati ancora pagati per le attività accessorie (ad esempio le sostituzioni di colleghi malati) del 2008-2009 e lancia l’allarme per i corsi di recupero di fine anno, «non ci sono i soldi, rischiano di essere azzerati», attacca Rossella Morsia, appena eletta segretario regionale della CGIL-Flc. E che i fondi a disposizione siano pochi lo dimostra anche una nota dell’Ufficio scolastico regionale che per banchi, cattedre sedie e lavagne, rotte o rovinate, invita i presidi a moderare le richieste. Limitandosi, viste le «limitatissime risorse finanziarie iscritte in bilancio», a quelle «per le quali esistano obiettive, accertate carenze qualitative e quantitative».

Il sindacato torna a lanciare l’allarme soldi nelle scuole. Ricordando che sono 80 milioni di euro, a livello regionale, i crediti vantati dalle scuole nei confronti dello Stato, 22,5 milioni solo a Bologna, con scuole come il Polo artistico che deve avere 666 mila euro dal ministero. «Da due anni il ministero non dà neppure i soldi per il funzionamento amministrativo e didattico e le scuole continuano la loro attività con i contributi volontari delle famiglie — spiega Morsia —, in media vengono chiesti dai 20 ai 50 euro nelle primarie, 80 euro alle medie e 150-200 euro alle superiori, ma una percentuale in crescita di genitori non ce la fa più a pagare». Come detto, ci sono docenti di ruolo che devono ancora essere pagati per le attività in più svolte l’anno scorso, «non è colpa dei dirigenti scolastici, lo sappiamo, ma siamo intenzionati a fare le ingiunzioni di pagamento se da Roma non si muove qualcosa», spiega la sindacalista. E poi ci sono i supplenti che aspettano mesi per essere pagati, «in alcune scuole devono firmare anche una liberatoria sui tempi di retribuzione, è un atto gravissimo», dice.

Lo scenario futuro non induce all’ottimismo, fa notare la Cgil. «In Emilia-Romagna ci sono circa 10 mila studenti in più l’anno prossimo e circa 1.700 posti in meno tra docenti e personale — spiega Morsia —, l’Ufficio scolatico regionale deve rappresentare bene questa situazione». Sui tagli interviene anche Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale Pd: «Non possiamo permettere che il modello emiliano di scuola pubblica finisca nel cestino a causa di tagli che potrebbero essere evitati: basterebbe evitare le sole spese di consulenza e fattibilità per progetti faraonici che non saranno mai realizzati».


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