Corriere/Bologna: Le scuole sigillate con nastri stile «Csi»
Contro i tagli scuole impacchettate e volantini sui muri di tutta la città E’ l’ultima battaglia anti-riforma
«Tutti devono sapere... che aumentano gli studenti e tolgono 84 mila insegnanti». «Tutti devono sapere... che stiamo perdendo la scuola pubblica». «Tutti devono sapere che... il prossimo anno al V circolo ci saranno sette maestri in meno». Il 14 maggio genitori, bambini, docenti impacchettano le scuole con questi (e analoghi) manifesti e con il nastro bianco-rosso dei cantieri, quello usato per delimitare la zona del crimine nei telefilm Csi. Attaccando imessaggi dappertutto con una pasta speciale che non danneggia muri e superfici. Spingendosi anche nelle zone limitrofe agli edifici scolastici: alle fermate degli autobus, sotto i portici, ai portoni dei condomini. Dalle Longhena, l’elementare di via Casaglia, scenderà un corteo che da Villa Spada percorrerà tutta via Saragozza stendendo il nastro da colonna a colonna e attaccando manifesti e adesivi. «Tutti devono sapere cosa succede alla scuola oggi e cosa succederà domani» spiega Giancarlo Vitali, papà di una bambina di seconda alle Longhena e portavoce dell’Assemblea delle scuole che lancia così la campagna «L’informazione invade la città».
Mamme, papà, docenti si sono ritrovati ieri pomeriggio per mettere a punto l’organizzazione della nuova manifestazione contro i tagli di questi anni alla scuola pubblica, imposti dalle Finanziarie del ministro Tremonti e dalla riforma della collega Gelmini. Un’organizzazione ancora non completamente definita, perché ogni scuola deciderà anche eventi in autonomia, a seconda del livello di partecipazione e coinvolgimento. C’è infatti chi sta pensando, ad esempio, per quel giorno di ritardare di mezz’ora l’orario di inizio delle lezioni.
«I genitori hanno capito che manca un po’ di carta igienica e basta? Allora non hanno capito quale scuola avranno i loro figli, come sta cambiando in questi anni», attacca Vitali. «Nel 2011 andranno a regime quasi 8 miliardi di euro di tagli— spiega —, ci saranno 84 mila docenti e 44.500 bidelli e amministrativi in meno. Ci preoccupa che i finanziamenti alle private sono nel frattempo triplicati, passando da 540 milioni a 1,6 miliardi. L’esito è scontato: una scuola privata, costosa, per pochi e una scuola pubblica statale, impoverita, per tantissimi».
Ecco allora l’idea di organizzare una «guerriglia informativa», rivolta in particolare ai genitori. Idea nata anche sulla scia di una lettera di tre mamme che hanno le figlie alle elementari, lettera girata nei blog su Internet. «Cosa resterà della nostra scuola pubblica se già oggi mancano i soldi per i supplenti, la carta igienica e le pulizie?», scrivono Silvia Pagnotta, Tina Giudice e Elena Ceccarelli. «Verranno chiuse tante piccole scuole, ridotti i piani di studio, ridotte le discipline, le ore di laboratorio, le uscite didattiche, è questa la scuola che vogliamo?».
Il 14 maggio, dunque, al termine delle lezioni (alle 13 o alle 16.30) scatta l’«operazione attacchinaggio». Potenzialmente sono interessate tutte le scuole elementari emedie di Bologna e provincia. Non mancheranno anche alcune superiori, perché la manifestazione ha l’appoggio del Coordinamento degli studenti medi. Mamme e papà riempiranno l’esterno delle scuole di messaggi «Tutti devono sapere...». Circonderanno gli edifici con nastro bianco e rosso. «L’idea è di spargere più messaggi possibile anche attorno alle scuole», spiega Mirco Pieralisi, insegnante alle Mattiuzzi e portavoce dell’Assemblea. «Ognuno personalizza imanifesti segnalando i problemi della propria scuola», aggiunge Giovanni Cocchi. «E il 14 maggio — conclude Vitali— è solo l’inizio».