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Corriere/Bologna: Il «bollettino» della scuola: 231 docenti in meno

La CGIL venerdì a Roma per protestare. Errani: i tagli puniscono l’Emilia-Romagna

28/04/2010
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Corriere della sera

Bologna è il territorio italiano con la più alta crescita demografica: non può «stare dentro i tagli indiscriminati del ministero», attacca la FLC-CGIL. Che ieri ha fatto il punto della situazione: «Mancano 48 insegnanti alla primaria, 58 alle medie e 125 alle superiori, più circa 200 tra collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi tagliati solo in organico di diritto, più l’ulteriore sforbiciata attesa in organico di fatto: tutti precari da molti anni che non lavoreranno più, anche perché i pensionamenti sono la metà dello scorso anno».

L’unico «possibile incremento», per la Flc, è sul sostegno «perché la recente sentenza della Corte Costituzionale, cui erano ricorse CGIL ed associazioni dell’handicap, ha ristabilito il diritto soggettivo del disabile al sostegno contro ogni illegittimo tetto predeterminato di organici». Quindi «almeno 600 bambini sono esclusi dalla scuola dell’infanzia: condannati ad essere autodidatti perché approdati alla scuola in un periodo di vacche magre».

Stesso discorso, sottolinea il sindacato, per «circa 800 bambini fuori dal tempo pieno», meno dello scorso anno «perché l’epoca della libera scelta di un modello didattico è finita». In conclusione, per tutti i 106 mila studenti bolognesi di ogni ordine e grado di scuola ci sono «classi accorpate, sempre più numerose e senza continuità didattica, meno tempo prolungato alla media (14 classi), meno scuola in termini di contenuti, laboratori, attenzioni individualizzate, sorveglianza, risorse». Dunque, sottolinea il sindacato, «meno futuro». Perchè non ci possono stare 2 mila studenti in più in una scuola con 500 unità di personale in meno, incalza la Flc, «senza pagarne conseguenze altissime » . Per questo la Flc-Cgil si prepara per venerdì a una trasferta romana per protestare sotto il ministero dell’Istruzione.

Sui tagli sono intervenuti ieri anche il governatore Vasco Errani e l’assessore regionale alla Scuola Giovanni Sedioli: «I tagli del Governo puniscono l’Emilia-Romagna: il prossimo sarà un anno scolastico difficile». Saranno 1.193 i docenti in meno in regione il prossimo anno, un numero che si somma ai 1.636 tagliati l’anno scorso. Presidente e assessore chiedono al ministero «di autorizzare un numero maggiore di docenti: siamo certi che i parlamentari eletti in questa regione, gli enti locali, le scuole, il sistema economico, condividono l’obiettivo di una scuola forte e qualificata».

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