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Corriere/Bari: Scuole baresi in credito: 50 milioni dal ministero

Gli istituti hanno anticipato i soldi, ma non hanno più fondi Il provveditore Lacoppola scrive alla Gelmini

20/02/2010
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Corriere della sera

BARI — Ammonta a cinquanta milioni di euro il debito che il ministero della Pubblica istruzione ha nei confronti delle scuole di Bari e provincia e della Bat. Il provveditore agli studi Giovanni Lacoppola ha effettuato un monitoraggio su 346 istituti (136 elementari, 107 medie e 103 superiori) per capire la situazione della scuola barese.

Il quadro è dei più preoccupanti: secondo l’indagine, risulterebbe un debito per le scuole pari a 49 milioni e 945mila euro di cui 15 milioni per le elementari, 9 milioni e 643mila per le medie e oltre 25 milioni e 300mila per le superiori. «Ci sono realtà - scrive Lacoppola al ministero per la Pubblica istruzione - costrette a vivere quotidianamente una crisi tanto profonda che potrebbe far venir meno, nell’immediato futuro, il funzionamento ordinario della didattica». I presidi hanno denunciato l’assenza dei fondi per il funzionamento didattico: sono quindi costretti ad andare avanti chiedendo contributi volontari alle famiglie per fare fotocopie, per i laboratori, per l’acquisto di materiale tecnologico. «I dirigenti scolastici - continua Lacoppola - fanno sapere che la mancanza di adeguati fondi determina gravi disfunzioni: le classi sono lasciate senza supplenza quando manca il docente; le attrezzature non si usano per l’assenza di manutenzione; i progetti attuati in passato e di grande rilevanza per la formazione degli studenti non vengono portati avanti; la scelta delle attività di recupero avviene non in funzione delle reali necessità, ma dell’effettiva disponibilità finanziaria; le attività pomeridiane extracurricolari sono state ridimensionate». Mancano i soldi anche per pagare le supplenze. «A causa del mancato invio di questi fondi - prosegue il provveditore - la situazione è al collasso e i presidi prospettano il rischio di contenziosi con i precari non retribuiti da un anno». Altro problema non secondario è quello della pulizia. Il taglio imposto costringe le scuole ad una riduzione del servizio con un conseguente aumento dei carichi di lavoro dei collaboratori scolastici e diminuzione della qualità del servizio stesso. I debiti maggiori pari a 14 milioni e 200mila euro riguardano i fondi di istituto, seguiti dagli otto milioni per le supplenze brevi. «Tutte queste situazioni - prosegue il provveditore - portano inevitabilmente ad un aumento della dispersione scolastica, soprattutto in riferimento agli studenti più deboli e più a rischio di espulsione frequentanti la scuola secondaria superiore». Lacoppola invita il ministero ad intervenire al più presto. «Le scuole sono vicine al collasso finanziario - conclude - e da tale crisi si può uscire solo incrementando le risorse».


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