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Corriere: Bari, botte al preside anticellulari

La rissa al ritiro della pagella, il dirigente ferito a un dito. Il ministro Fioroni: c'è un'emergenza del vivere civile

04/03/2007
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Corriere della sera

Lite con padre e nonno di un alunno. Un docente: gridavano vieni fuori che ti uccidiamo

BARI — Alle nove, nella caserma dei carabinieri in un quartiere periferico di Bari, ci sono un preside, un papà e un nonno. Ciascuno mette a verbale la sua versione di quel che è accaduto un'ora prima nella scuola media «Lombardi». Un'aggressione verbale e poi spintoni da parte dei parenti di un alunno entrati a scuola per ritirare la pagella, secondo il racconto del preside, lo stesso che era stato minacciato da alcuni genitori per aver sequestrato il telefonino agli allievi durante le lezioni. A sentire il papà del ragazzino che frequenta la terza media, la storia è diversa: «Ci ha cacciati fuori senza motivo e ha persino tentato di dare un pugno a mio padre».
Man mano che sfilano i testimoni, per ora tutti operatori scolastici, la versione del capo d'istituto, che nel frattempo si è fatto medicare una ferita al dito che guarirà in dieci giorni, diventa quella più attendibile. C'è un professore che fa mettere nero su bianco la frase che il papà dell'alunno, Pasquale De Carne, e il nonno, Francesco, avrebbero detto al preside: «Vieni fuori che ti dobbiamo uccidere». E c'è una professoressa che racconta di aver ricevuto un colpo alla faccia. «Avevo chiesto loro di aspettare nella hall e non nel corridoio interno, perché stavano entrando i ragazzi. Non so neanche perché abbiano reagito così» dice il preside, Ugo Castorina, che ha riferito anche di una terza persona pronta a dar manforte ai due. I carabinieri mettono a verbale tutto, anche quando il papà racconta di uno schiaffo ricevuto dalla figlia maggiore due anni fa, quando frequentava la stessa scuola. Di quella storia però non c'è traccia. «Tutto falso — ribatte il preside — al contrario abbiamo cercato di aiutare quella ragazza, ma i genitori non l'hanno mandata a scuola». A far da riscontro alle sue parole c'è una denuncia a carico del padre per inadempienza agli obblighi scolastici.
E pensare che tutto è cominciato per una pagellina che papà e nonno non sono riusciti neanche a vedere, perché la lite è scoppiata prima. «Qualcuno ci tuteli perché noi vogliamo insegnare senza incorrere nel pericolo di rimetterci la salute o la pelle» chiede Carlo Praier, l'insegnante che ha soccorso Castorina. L'appello al ministro non serve. Fioroni ha già definito «intollerabile» l'aggressione: «In Italia c'è un'emergenza del vivere civile». Sul quel che c'è da fare il ministro aggiunge: «E' mia intenzione avviare subito un tavolo di confronto con il ministro Bindi per mettere a punto azioni che riportino la famiglia al centro dell'azione educativa». Ma non solo: «Con il ministro Amato, occorre rafforzare le azioni antiviolenza già in corso tramite il comitato scuola-legalità, tenendo presente che parliamo di una scuola a volte protagonista di fatti violenti e spesso anche vittima perché aggredita».


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