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Corriere Adriatico/Marche: Il prefetto in campo contro i tagli alla scuola

Piscitelli condivide le preoccupazioni del sindacato sulla riduzione in un’unica soluzione delle cattedre

05/04/2008
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Corriere Adriatico

Verranno inviate due note al ministero e al dirigente regionale per chiedere l’attuazione graduale della direttiva

MACERATA – Uno spiraglio di speranza sembra aprirsi sul futuro delle scuole provinciali. I tagli di organico a cui saranno sottoposte potrebbero essere riconsiderati almeno nella metodologia di attuazione.

Questo è quanto emerso dall’incontro avvenuto ieri mattina tra i rappresentanti delle segreterie scolastiche sindacali provinciali di Macerata - Giampaolo Cingolani per la Flc Cgil, Anna Chiuchiù per la Cisl ed Enrico Paolucci per la Uil -, il prefetto Vittorio Piscitelli e il dirigente scolastico provinciale Fulvio Izzo. Sul tavolo, questioni sia di metodo sia di contenuto. E al termine dell’incontro il prefetto Piscitelli ha espresso l’impegno a inviare due note, una di sensibilizzazione al ministero della Pubblica istruzione e l’altra indirizzata al dirigente scolastico regionale per verificare se le modalità di attuazione della direttiva ministeriale siano rispettose della legge e, nel qual caso, di rivederne la predisposizione. Già, perché secondo i rappresentati sindacali la riduzione delle cattedre, così come è stata recepita a livello regionale, non rispetterebbe né il rapporto tra numero di alunni e dimensione di aule e laboratori (D.Lgs 626/94), né la proporzione numerica necessaria tra gli allievi portatori di handicap e quelli non (D.M. 331/98).

Sussistono, infatti, forti preoccupazioni sugli effetti che la riduzione delle cattedre comporterebbe. La diminuzione del numero di docenti provocherebbe un accorpamento di classi, laddove possibile, che determinerebbe a sua volta la costituzione di classi composte da un numero superiore ai 31 studenti più gli alunni portatori di handicap. Laddove invece questo accorpamento non potesse avvenire, si dovrebbe procedere a una soppressione dell’intera classe. “Ad essere maggiormente a rischio sono le scuole medie e quelle superiori – ha affermato Cingolani -. Ad esempio nelle scuole secondarie superiori con più di 32 iscrizioni non si potrà procedere a uno sdoppiamento e gli alunni dovranno essere ri-orientati in altri istituti vicini”.

Con il nuovo criterio di formazione delle classi si andrebbe incontro a due importanti problemi, uno legato alla sicurezza, l’altro alla garanzia del diritto allo studio. Per la questione della sicurezza Cingolani ha sottolineato che: “Ci sono norme stabilite dalla Asl inerenti alla proporzione tra la cubatura e il numero di studenti. In diversi casi le scuole sono ubicate in edifici storici e in questi contesti creare classi con 28-30 allievi risulterebbe difficilmente realizzabile”. Il problema si pone anche per le scuole che prevedono l’utilizzo di laboratori. “Le aule sono disposte con un numero di postazioni prefissate – ha fatto notare Chiuchiù -, inferiore al numero degli studenti previsti per le future classi. E questo è un problema che riguarderà anche le strutture più moderne”.

BENEDETTA LOMBO,


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