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Catania: Previsti 290 posti in meno per gli insegnanti delle Superiori

Si parla di 600 insegnanti e di 500 lavoratori del personale Ata in meno il prossimo anno a Catania

15/06/2011
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Gazzetta del Sud
Fabio Rao
Ha chiuso i battenti sabato scorso la scuola pubblica per l'anno scolastico 2010-2011 (tranne per chi dovrà ancora sostenere esami), ma non accenna a smorzarsi il vento delle polemiche che infuria nella provincia etnea per i lavoratori del comparto scuola, con i sindacati di categoria che protestano per i tagli occupazionali decisi "chirurgicamente" dal ministero dell'Istruzione.
Si parla di 600 insegnanti e di 500 lavoratori del personale Ata in meno il prossimo anno a Catania. Cosa ne pensa la Cgil? «La situazione occupazionale del comparto scuola nella provincia etnea – spiega la segretaria confederale della Cgil provinciale Pina Palella, proveniente dalle fila della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil – è legata alla politica del Governo rappresentata dai tagli all'istruzione. Questa non è una politica di razionalizzazione, ma è una politica di tagli, che comporterà difficoltà nella didattica delle scuole, e nella normale gestione quotidiana della sicurezza degli edifici e della pulizia»
.- Prof. Palella, può dare qualche dato numerico?
«Per il terzo anno consecutivo i tagli, riversati soprattutto in Sicilia e nella nostra provincia, comportano sugli organici, per l'anno che verrà, alla Primaria 233 posti in meno, una perdita pesantissima, con 260 docenti in esubero, cioè insegnanti di ruolo che saranno utilizzati per tappare i buchi delle supplenze (quindi non sarà garantita la continuità didattica agli alunni, ndr); nella scuola secondaria di primo grado, cioè la Media, si avrà il segno "meno" con 15 posti persi, ma perché il taglio è già stato fatto negli anni precedenti con la cosiddetta Riforma del ministro Mariastella Gelmini, ma ci sarà la piaga di qualche soprannumerarietà che continua; mentre nella scuola superiore purtroppo, siamo attorno ai 290 posti in meno; alcune centinaia di posti in meno anche per collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti tecnici; solo la scuola dell'infanzia "regge", con un trend di 1668 posti».
- Cosa dovremo aspettarci?
«Con la carenza di docenti che si prospetta – continua la sindacalista, da vent'anni insegnante di Lettere nei licei –, non si potranno coprire le supplenze, ma soprattutto vengono meno ore di lezione; ad esempio alle Elementari, in prima, seconda e terza elementare i bambini non faranno più 30 ore settimanali di lezioni, ma solo 27, e l'organico sarà garantito su 27 ore, ciò significa tre ore in meno di tempo-scuola la settimana per i nostri figli. Così come, alle Superiori, sono previsti una serie di tagli progressivi, i licei andranno a 27 ore settimanali di lezione e non più lasciati a 30: così perdiamo ore fondamentali, che dequalificano l'offerta formativa».
- Cosa ci dice delle cosiddette "classi pollaio"?
«Le classi-pollaio si creano da un lato diminuendo le ore, ma oltre a questo c'è la circolare emanata ogni anno dal Ministero che riguarda la formazione delle classi, dove progressivamente viene elevato il numero di alunni per classe, a dispetto delle norme sulla sicurezza e sulla disabilità: abbiamo situazioni-limite, fino ad arrivare a 31-32 alunni per classe e talvolta in presenza di 2 o 3 portatori di handicap anche gravi».- Si parla di stabilizzazione dei precari entro il 31 agosto, cioè di 2.053 unità nel personale Ata e di 125 docenti in tutta la Siciliaà«Sono affermazioni senza che ad oggi siano seguite azioni tangibili; comunque si tratta di cifre misere che, tradotte su base regionale, significa nulla, non coprirebbero comunque i posti vacanti».

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