Carlino-Marche-Cento precari alla disperazione
Cento precari alla disperazione ANCONA '#8212; Nella nostra provincia cento precari sono sull'orlo della disperazione. Non riescono più a trovare neanche le supplenze annuali. La denuncia parte d...
Cento precari alla disperazione
ANCONA '#8212; Nella nostra provincia cento precari sono sull'orlo della disperazione. Non riescono più a trovare neanche le supplenze annuali. La denuncia parte dalla Cgil, che ha raccolto in questi giorni ben 25 proteste di precari di Ancona, Jesi, Fabriano e Senigallia, i quali non sanno più come tirare avanti. Se per loro si sapeva già che il futuro era incerto, con le assunzioni ferme da circa un anno, anche il presente, adesso, pare sia divenuto un terno al lotto. La ricerca delle ore di supplenza nelle scuole, che di anno in anno permetteva a questi insegnanti, molti dei quali ultraquarantenni e con dei figli a carico, di guadagnarsi un dignitoso stipendietto, è ostacolata da un fenomeno alquanto singolare che si sta verificando in tutta Italia e nondimeno nella nostra zona. Nell'ultima finanziaria, infatti, il ministro Moratti ha permesso ai docenti di ruolo di poter scegliere liberamente se aumentare o meno il numero di ore a disposizione, che fino a poco tempo fa era vincolato ad un tetto massimo di 18 ore. Ebbene, adesso questi docenti potranno acquisire ore di supplenza fino ad un totale di 24 ore di insegnamento. Ma ciò a discapito di chi? Dei precari ovviamente, che già guadagnavano meno dei titolari e adesso si vedono pure sottrarre i propri "spezzoni" di ore da chi uno stipendio ce l'aveva già. "Una guerra fra poveri", l'ha definita Uliano Mancini della Cgil provinciale. "Perché bisogna riconoscere '#8212; ha spiegato '#8212; che gli stessi insegnanti di ruolo non guadagnano tantissimo con questo contratto, ma così finiscono per ridurre alla fame padri e madri di famiglia che fanno supplenze da oltre 10 anni. Noi quindi chiediamo '#8212; ha proseguito Mancini '#8212; che il ministro ripristini il tetto delle 18 ore. Altrimenti siamo pronti ad attuare ad ottobre una protesta pubblica davanti al provveditorato".
Massimo D'Agostino