Calabria: Tagliati 7.279 posti di lavoro nella scuola
L'appello della Cgil ieri lanciato dal segretario regionale Sergio Genco e da Gianfranco Trotta responsabile del settore scuola.
da Lameziaweb
Lamezia Terme - «Chiediamo al governo regionale quale progetto di conoscenza e di crescita culturale vuole attuare per la gioventù calabrese. Invitiamo Cisl e Uil a fare fronte comune con noi perchè abbiano un atteggiamento diverso da quello tenuto finora sulle gravi problematiche della scuola». È l'appello della Cgil ieri lanciato dal segretario regionale Sergio Genco e da Gianfranco Trotta responsabile del settore scuola.
Questi i numeri dei sindacalisti: «I tagli della legge 133, la riforma Gelmini, per la Calabria significano la cancellazione di 7.279 posti di lavoro, tra personale docente e Ata. Una cifra fin troppo considerevole a cui si aggiunge la perdita di altri 900 posti per i tagli sull'organico dal 2009 ad oggi». Per Genco e Trotta si tratta di dati ufficiali forniti dal ministero dell'Istruzione, «una vera e propria sciagura per il sistema scolastico calabrese». E aggiungono: «Abbiamo verificato che a settembre molti dirigenti non potranno riaprire diversi plessi per mancanza di personale. Molto critica anche la situazione per l'insegnamento di sostegno ai disabili».
Tra i punti trattati anche il protocollo d'intesa stipulato dall'Ufficio scolastico regionale per gli istituti professionali, «un accordo che di fatto», sottolinea la Cgil, «riduce l'offerta formativa di oltre 90 ore di lezione rispetto agli altri istituti omologhi presenti in tutto il territorio nazionale».
Il sindacato ricorda che nei prossimi tre anni andranno in pensione 92 mila docenti, mentre nei piani della regione sono preventivate le assunzioni per 65 mila unità. «In questo modo», fanno notare i sindacalisti, «ci sono sempre 30 mila posti in meno, mentre abbiamo dimostrato in diverse occasioni che in 4 anni potrebbero essere assunte 130 mila unità».
Dalla scuola dell'obbligo l'analisi si sposta sulle università che, secondo i due esponenti della Cgil, «stanno perdendo l'importante opportunità di discutere e di concertare sinergicamente il nuovo statuto dopo la riforma. Per l'università è fondamentale rapportarsi col territorio, pur mantenendo naturalmente la propria autonomia». Trotta e Genco evidenziano che solo l'ateneo "Magna Graecia" di Catanzaro ha elaborato lo statuto «senza confrontarsi con nessuno e inviandolo in tutta fretta al ministero; per non parlare del contenuto, praticamente sconosciuto a tutti». Tra le richieste anche quella sulla sorte di conservatori e accademie di belle arti: «Che futuro avrà chi vi studia e chi vi lavora?».