Boom di supplenti e assunzioni irregolari Nella capitale è caos
Roma, sostegno con l’autocertificazione
[F.AMA.]
ROMA Le supplenze? A Roma quelle a tempo determinato sono illegali, denuncia il Coordinamento Precari Scuola della capitale. Per due giorni hanno presidiato l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, e denunciato le irregolarità nelle assunzioni di questi giorni. «In alcuni casi si sono addirittura verificati atti di intimidazione da parte dei dirigenti scolastici a fronte delle richieste dei precari volte a far rispettare la legge - denunciano dal coordinamento dei precari -. In questi giorni i precari sono chiamati a scegliere su elenchi di cattedre disponibili sistematicamente incompleti. Le convocazioni per italiano e latino e per filosofia e pedagogia sono state bloccate dai precari in attesa di chiarimenti sulle disponibilità».
«In una scuola di Roma - spiegano ancora - sede di convocazioni per la primaria, per fingere un inizio normale dell’anno scolastico, i precari sono stati personalmente intimiditi dal dirigente, che ha tra l’altro omesso di svolgere le operazioni in maniera pubblica, per accettare incarichi su elenchi non aggiornati. Intanto nelle scuole vengono utilizzati come insegnanti di sostegno i docenti di ruolo non abilitati che perdono ore di insegnamento a causa dell’applicazione della riforma Gelmini. Oltretutto agli insegnanti di sostegno non vengono richiesti i titoli necessari, soltanto l’autocertificazione. Infine, si formano classi sovraffollate senza tener conto dei tetti previsti dalle norme di sicurezza.
La protesta e i controlli dei precari hanno bloccato per tre volte in una settimana le operazioni di assegnazione delle supplenze. «Per i controlli - spiega Giuseppe Minichiello, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Roma - i nostri uffici procederanno come sempre. Li faremo a tappeto sulle autocertificazioni, chi avrà dichiarato il falso sarà perseguito. Per le cattedre che vengono inserite dopo negli elenchi purtroppo le comunicazioni ci arrivano sfalsate da parte delle scuole perché i posti si liberano con tempistiche diverse».