Bologna. Scuola, la Cgil protesta contro i tagli degli istituti
“Regione e Comune sospendano per un anno il piano di ridimensionamento”
Ilaria Venturi
DA SETTEMBRE 2013 in Emilia Romagna si attendono dodici istituzioni scolastiche in meno, due in meno a Bologna. «Fermate questi tagli», protesta la Cgil scuola, sia a livello regionale che cittadino. «Chiediamo che la Regione sospenda per un anno la riorganizzazione della rete scolastica affinché non ci sia una scuola in meno rispetto a quelle attuali». L'appello del sindacato in realtà è rivolto alle Province e ai Comuni, enti ai quali si chiede di rispettare le linee regionali di indirizzo. In città il piano di dimensionamento delle scuole è già stato approvato dalla Giunta e prevede la soppressioni di due istituti autonomi, ovvero due presidenze, nei quartieri Saragozza e a Borgo Panigale. Qui, in particolare, nascerà un mega istituto comprensivo, con più
plessi, dalla materna alle medie, da oltre 1.300 alunni. Mentre il Comune ha fatto retromarcia sulla creazione di un altro maxi- istituto da quasi duemila studenti al quartiere Savena.
Più volte la Flc-Cgil e la Cisl hanno chiesto di soprassedere. Ora la Cgil emiliana torna all'attacco, alla luce di nuovi provvedimenti a livello nazionale. Una legge del 2011 aveva imposto
almeno mille bambini per istituto. Le Regioni, tra cui Emilia Romagna, avevano fatto ricorso, vinto l'anno successivo. Da qui è uscita una nuova intesa nella Conferenza Stato-Regioni
che porta il numero di studenti a un massimo di 900, non per singolo istituto, ma come media regionale. E' una bozza, ma sulla base di questa (e in virtù delle linee guida regionali) il sindacato dice: fermate tutti i tagli, siamo già a norma così, anzi avremmo diritto a 62 istituti autonomi in più. In Provincia per ora è tutto fermo. A Bologna invece il dimensionamento è stato già approvato. «E' bene che tutti gli enti locali si riuniscano allo stesso tavolo per garantire un'offerta ai cittadini degna delle aspettative' insiste Raffaella Morsia, segretaria della Flc-Cgil regionale, ricordando le 'pesanti conseguenze quali scuole smembrate e istituti comprensivi con più di mille studenti', oltre che «ulteriori tagli di posti di lavoro ed un inevitabile impoverimento
dell'offerta formativa».