Bologna. I dottorandi potranno lavorare Lo dice il ministero, l'ateneo si adegua
L'università bolognese era stata l'unica in Italia ad applicare l'incompatibilità appena uscita la legge
I dottorandi dell'Alma Mater di Bologna potranno lavorare e frequentare i corsi allo stesso tempo: lo ha stabilito il ministero dell'Istruzione nei giorni scorsi pubblicando le "Linee guida per l'accreditamento dei corsi di dottorato", nelle quali si affida al collegio dei docenti l'autorizzazione al dottorando "a svolgere attività retribuite, verificandone la compatibilità con il proficuo svolgimento delle attività formative". Inoltre, stabilisce il ministero, "per i dottorandi senza borsa va in ogni caso valutata in concreto l'eventuale incompatibilità derivante dall'attività lavorativa, senza che questo determini un comportamento lesivo dei diritti tutelati a livello costituzionale, quali il diritto allo studio per i capaci e meritevoli anche se privi di mezzi".
In seguito alla circolare del ministero, l'Alma Mater di Bologna, unica Università in Italia ad aver subito applicato la legge sull'incompatibilità tra dottorato e attività lavorativa, "ha provveduto a modificare in sede di Cda il regolamento di Ateneo, eliminando l'incompatibilità, e il 23 aprile la medesima modifica dovrebbe essere approvata anche in Senato accademico, diventando pienamente operativa. In questo
modo verrebbe positivamente risolto per il futuro il problema dei dottorandi senza borsa e privi di mezzi propri". A farlo sapere e' l'Flc-Cgil di Bologna, in una nota, al termine dell'incontro di questa mattina con i vertici dell'Ateneo felsineo e l'Associazione dottorandi italiani (Adi).