Bologna. Effetto tagli Calano gli iscritti nelle elementari statali a beneficio delle private
Allarme della Cgil «Nelle primarie scompare il tempo pieno e aumentano i costi, alle famiglie conviene così pagare la retta alle private» Alle materne 736 in lista di attesa Organici: 149 docenti in meno a fronte di 2.112 studenti in più
Claudio Visani
Di certo per ora ci sono solo i tagli e il non rispetto delle norme di legge».È sconsolata la segretaria bolognese della Flc-Cgil, Sandra Soster, dopo l'incontro con l'Ufficio scolastico provinciale. «Stanno portando la scuola pubblica allo sfascio – sentenzia – colpiscono il tempo scuola e smantellano il tempo pieno, limitano l'integrazione degli alunni disabili, i diritti dei lavoratori, perfino la sicurezza. Ma tutto questo pare che non interessi, che l’unico scopo sia il raggiungimento dell'obiettivo economico fissato dal Governo». E il risultato di questa politica, purtroppo si comincia a vedere. Per la prima volta da 10 anni a questa parte gli iscritti alla scuola primaria statale sono in calo: meno 50 per il prossimo anno scolastico a Bologna. Cinquanta alunni in meno alle elementari - mentre in tutti gli altri ordini di scuola, dalle materne alle superiori, si registrano aumenti consistenti - significano per la Cgil due cose: che ci sono immigrati che avendo perso lavoro e quindi il permesso di soggiorno sono rientrati nei paesi di origine (è il caso di Imola, dove il dato è stato verificato); che una parte delle famiglie si sta orientando verso le scuole elementari private perchè comincia a convenire. «Igenitoriche necessitano del tempo pieno per i loro figli fanno i conti – spiega Soster – calcolano che rimanendo nella scuola pubblica dovrebbero comunque pagarsi l'aumento della refezione e anche gli educatori per coprire il tempo scuola richiesto, e in diversi casi arrivano alla conclusione che complessivamente può essere più conveniente pagare la retta alle private. Anche perchè lì la garanzia del tempo pieno c’è, nel pubblico non più». E viene da pensare che così si cominci a raggiungere non solo l’obiettivo economico, ma anche quello politico. L’altro dato allarmante riguarda la scuola dell’infanzia. Allo stato, a Bologna e provincia sono 736 i bambini in lista d’attesa per entrare, nel settembre prossimo, alle materne. «Un aumento esplosivo - dice Sandra Soster - dovuto al fatto che crescono i bambini da 3 a 6 anni, cresce la domanda e non aumenta l’offerta della scuola pubblica. Non essendo scuola dell’obbligo, lo Stato nonmette le risorse. E le Regioni non riescono più a supplire». Cosìanchein questo segmento cresce l’offerta delle scuole a pagamento, paritarie e private; ma cresce anche il numero dei bambini tenuti a casa, soprattutto nelle famiglie a basso o mono reddito. Aumentano invece di oltre 800 gli iscritti alla scuola media e di oltre 600 quelli alle superiori. Complessivamente, a fronte di un più 2.112 dalle materne alle superiori, ci saranno l’anno prossimo 149 insegnanti in meno, nel bolognese. «Un disastro - commenta Soster - con un vero e proprio “miracolo” alle medie: 58 insegnanti in meno a fronte di una quarantina di classi in più». È evidente che con questi numeri è lo stesso «sistema scuola» che non regge più. Classi “sardina”, fine delle compresenze e tempo scuola che scende a 27 ore alle elementari. Tempo prolungato e insegnanti di inglese che scompaiono alle medie. Taglio dei laboratori alle superiori. Insegnanti di sostegno che mancano ovunque. Boom di precari (25% degli insegnanti, 40% tra i bidelli). La Cgil risponde con la linea dura a questo sfascio: ricorsi al Tar (già avviati, prima sentenza attesa il 7 luglio) e al giudice del lavoro sulla gestione del personale. Denunce alla Procura della Repubblica (solo annunciate, per ora) laddove si registra il mancato rispetto delle norme basilari della didattica e sulla sicurezza. Sollecitazione «a tutte le istituzioni e al sistema territoriale bolognese a muoversi subito e con determinazione ». E iniziative di lotta, come l’occupazione simbolica di tutti gli ex provveditorati dell’Emilia-Romagna che andrà in scena oggi (a Bologna alle 14.30, in via De Castagnoli, 1). «Con gli altri sindacati c’è piena condivisione sull’analisi della situazione, ma in piazza come al solito andiamo solo noi», dice Soster.