Bianchi sta con i prof «Problemi reali, lo sciopero era giusto»
Corriere di Bologna
di Pierpaolo Velonà
Bianchi scrive al ministro Giannini: «Mediare su liste dei precari e ruolo dei presidi»
Una lettera al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Firmata da Patrizio Bianchi. L’assessore regionale alla Scuola si è messo in moto dopo le sollecitazioni arrivate dall’assemblea legislativa dove tre mozioni a tema (Pd, M5S, e Altra Emilia) invitavano la Regione a incalzare il governo per sostenere «un sistema scolastico giusto ed equo», a partire dalle prospettive di stabilizzazione. Fin qui niente di strano.
La novità è nel giudizio positivo che Bianchi esprime sulla mobilitazione degli insegnanti di martedì scorso: «Lo sciopero del 5 maggio? Il fatto che si scenda in piazza per la scuola, non solo per avere risposte a esigenze giuste come quelle dei precari, mi sembra importantissimo — dice Bianchi —. Io credo che uno sciopero di quelle dimensioni abbia avuto il merito di ribadire al Paese che la scuola è un bene comune e che dobbiamo porre molta attenzione sugli insegnanti».
Parole non scontate, perché pronunciate da un membro della giunta di viale Aldo Moro guidata da un fedelissimo di Matteo Renzi come Stefano Bonaccini. Bianchi non esita a riconoscere ai contestatori alcune buone ragioni, a partire dal timore che le assunzioni promesse dal governo possano avere il respiro corto: «Riconosciamo che per la prima volta il governo non taglia, ma assume. Ma le assunzioni non possono essere fatte su base discriminatoria: bisogna tener conto di tutti e di regole giuste. E direi anche di prospettive lunghe».
Subito dopo Bianchi entra nel dettaglio: «In particolare non possono essere dimenticati quei docenti, non inseriti nella graduatorie ad esaurimento e che da tempo prestano un servizio essenziale nelle nostre scuole». Il riferimento è agli insegnanti convocati pro tempore dalle scuole su base provinciale che — con il loro contributo, ma senza garanzie a lungo termine — hanno negli ultimi anni sopperito alle carenze di organico dei vari istituti sul territorio.
«A quanto pare — aggiunge Bianchi — il governo pensa di attingere alle liste nazionali e regionali ma non a quelle provinciali. Non credo che sia una decisione giusta. Da molti anni il fabbisogno degli organici viene coperto grazie alle liste provinciali. Questi insegnanti giustamente vorrebbero rientrare nel piano di assunzioni annunciato dal governo».
I «consigli» che l’assessore inoltra al governo riguardano anche altri punti della riforma. A partire dal potere dei presidi di scegliere i professori, uno dei punti più contestati del nuovo disegno di legge sulla scuola (che Renzi stesso intende rivedere a questa voce prima dell’approvazione definitiva del testo attesa a giugno). «Non credo — aggiunge Bianchi — che ci sia più nessuna istituzione collettiva che possa essere governata da un preside, da un direttore o dirigente».
E poi: «Sono poco convinto che si possa governare un sistema scolastico semplicemente con parametri di tipo efficientistico. Io di mestiere faccio l’economista, ma riprendere una dimensione sociale diventa importante soprattutto per quelle parti di scuola legate alla formazione professionale». Bianchi confida che il governo ascolterà le richieste degli insegnanti: «La riapertura del dialogo a livello nazionale sta dando una risposta. Io sono fiducioso». «Sulla scuola si arriverà a una mediazione», dice il consigliere regionale del Pd Giuseppe Boschini, già relatore della risoluzione che ha «innescato» la lettera di Bianchi alla Giannini. Iniziativa che Boschini riconosce di avere apprezzato: «Come dice Bianchi vogliamo contribuire alla buona riuscita della riforma».