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Bari. I presidi lasciano le chiavi delle scuole
I sindacati tornano a manifestare insieme contro i tagli imposti dal Governo sulla scuola. Questa mattina Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams erano sotto la sede dell’Ufficio scolastico per protestare contro i 1.125 posti di lavoro tagliati per il prossimo anno nella sola provincia di Bari.
08/07/2011
BARI – I sindacati tornano a manifestare insieme contro i tagli imposti dal Governo sulla scuola. Questa mattina Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams erano sotto la sede dell’Ufficio scolastico per protestare contro i 1.125 posti di lavoro tagliati per il prossimo anno nella sola provincia di Bari.
Per l’esattezza sono quindici posti per i docenti della scuola dell’infanzia; 279 posti nella scuola primaria; 76 posti nella scuola secondaria di primo grado; 284 posti di scuola secondaria di secondo grado; 341 posti di collaboratore scolastico; 99 posti di assistente amministrativo; 24 posti di assistente tecnico e infine sette posti da dirigente scolastico.
Secondo Francesco Rafaschieri, segretario provinciale della Uil Scuola di Bari “Stiamo raschiando il fondo del barile. Così la scuola non può andare avanti, con questi tagli si va incontro ad una situazione al limite dove ad esempio, cinquemila docenti fuori ruolo, in tutta Italia, finora impiegati nelle biblioteche, saranno spostati nelle segreterie, portando al collasso le segreterie che saranno così gestite da persone che hanno competenze diverse da quelle necessarie”.
I dirigenti delle scuole della provincia di Bari sono pronti a consegnare simbolicamente le chiavi delle loro scuole al direttore dell’Ufficio Scolastico regionale. I tagli ministeriali si tradurranno, stando alla denuncia della Flc Cgil, in “classi super-affollate, spesso con trentadue/trentatré alunni; alunni diversamente abili spesso inseriti, contro ogni norma, in classi di ventisette alunni; impossibilità di assicurare una adeguata sicurezza e vigilanza degli ambienti; impossibilità di garantire il corretto funzionamento dei laboratori; impossibilità di garantire adeguati standard di funzionalità degli uffici amministrativi”.
Barbara Facchini
da
Barisera