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Altri tagli nelle scuole milanesi: Cancellati 600 bidelli e segretari

Dal prossimo mese di settembre quasi 600 non docenti in meno fra città e provincia

02/07/2011
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TIZIANA DE GIORGIO

Dopo gli insegnanti, ora la dieta dimagrante tocca a tutti gli altri ingranaggi della scuola. A settembre la campanella suonerà con 400 bidelli in meno rispetto ai 7.628 dell’anno scorso. Un buco a cui vanno aggiunti altri 162 addetti al lavoro di segreteria depennati dalle tabelle del provveditorato, e altri 25 tecnici di laboratorio. Per un taglio complessivo sugli istituti di Milano e provincia che svuota dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori di 588 ausiliari tecnici amministrativi (Ata), cancellati dal prossimo anno scolastico.

La lama affonda ancora una volta sulla pelle dei più piccoli: a risentire maggiormente della stretta del ministro Gelmini saranno le materne e le elementari, dove i collaboratori scolastici hanno un ruolo fondamentale non solo per la pulizia di aule e corridoi, ma soprattutto per la sorveglianza dei bambini quando rimangono soli nei cambi dell’ora, quando si spostano per andare in mensa o escono dalla classe per andare in bagno. Da settembre non in tutte le scuole ci sarà personale sufficiente per avere un bidello per ogni piano. «Il problema della sicurezza è enorme — commenta Giovanni Del Bene, preside del comprensivo Cadorna — e se succede qualcosa chi li controlla?». Per non parlare dell’assistenza ai bambini disabili, dato che i bidelli vengono impiegati in molti istituti per tappare i buchi degli insegnanti di sostegno mancanti, o anche solo per dare una mano a trasportare i bambini con difficoltà motorie.

«Con i tagli al sostegno — spiega Laura Barbirato, preside del comprensivo Bodio Guicciardi — non riusciamo più a garantire la copertura totale delle ore per i disabili. Nella mia scuola sono in quattro i bidelli che danno una mano in questo senso. Dall’anno prossimo non so come faremo». Ma il colpo di forbici al personale scolastico preoccupa anche tutti gli altri ordini di scuola: «Non produciamo rubinetti, ogni decisione sull’istruzione — commenta il preside del Berchet Innocente Pessina — dovrebbe avere una funzione educativa. Così le scuole non sono messe in condizioni di lavorare. Le manovre non possono sempre rispondere solo a esigenze economiche».

Secondo i dati della Cgil la portata della manovra sarebbe ancora più pesante: «Gli alunni — spiega Pippo Frisone, responsabile scuola della Cgil — l’anno prossimo saranno circa 3mila in più. Il fabbisogno di personale Ata nelle scuole salirebbe quindi a 11.303 posti. In tutto mancheranno quindi 800 unità, molte di più del taglio dichiarato di 588 posti». Sui tagli attacca anche la Cisl: «L’istruzione — commenta Rita Frigerio — è sempre più piegata su se stessa, alle scuole vengono chiesti sempre più servizi e sforzi ma le risorse non fanno che diminuire». Nel frattempo, sul fronte dei precari, aumentano le richieste di ricorso presentate ai legali del sindacato per chiedere danni allo Stato dopo anni senza un posto fisso: al momento la Cisl (non la Uil, come riportato erroneamente ieri in queste pagine) ha portato a casa nell’ultimo mese a casa 30 sentenze favorevoli, e risarcimenti per una media di 10mila euro. E per altri mille si aspetta ancora la decisione dei giudici.


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