Allarme esuberi, trecento maestre rischiano il posto
In bilico anche le iscrizioni ai nuovi licei
Ad Asti l’allarme è scattato ieri, fatti e rifatti i conti, Cuneo è a rischio e Torino segue a ruota: i tagli all’organico delle scuole l’anno prossimo potrebbero produrre esuberi tra gli insegnanti di scuola primaria in ruolo. Questo, almeno, è l’allarme, sulla base della ripartizione fatta dall’Ufficio Scolastico Regionale dei 1466 posti (796 alla primaria, 65 alle medie e 605 alle superiori) che il Piemonte deve eliminare e in attesa di conoscere il numero dei pensionamenti in ciascun grado di scuola.
Per questa ragione FlcCgil, Cisl e Uil Scuola hanno chiesto un incontro urgente con l’Usr e mercoledì i segretari Rodolfo Aschiero, Enzo Pappalettera e Diego Meli (confermato segretario nel congresso regionale dei giorni scorsi) incontreranno il vice direttore regionale del Miur Silvana Di Costanzo.
L’attenzione è concentrata sulla scuola primaria, che a Torino significherebbe 325 insegnanti in meno, a fronte di un decremento - da comprendere - di 308 alunni. «I tagli si ottengono con classi più grandi, l’eliminazione degli insegnanti specialisti di lingua e un tempo scuola inferiore a quello attuale», spiega Aschiero. Ancora: «Ad Asti il taglio previsto è di 60 insegnanti mentre i bambini aumentano di 56 unità e al momento vanno in sovrannumero insegnanti di ruolo. È chiaro che bisogna riaprire il confronto». Pappalettera: «I tagli, in generale, avvengono con la richiesta di applicare alla lettera il decreto interministeriale 81 sulla formazione delle classi. Quindi, eliminando le classi “in deroga”, con un numero di alunni inferiore a 27».
La deroga finora ha coinvolto le aree svantaggiate, a cominciare dalla montagna, ma non solo. «Anche in città, alle superiori, le sperimentazioni hanno determinato classi con numeri piccoli. Per l’anno prossimo le disposizioni dicono - prosegue il segretario della Cisl Scuola - che negli istituti con diversi indirizzi tutti gli alunni dell’area tecnica si sommano e si dividono per 27. Se gli iscritti non risulteranno ben ripartiti si dovrà provvedere a spostarli. Lo stesso nei licei dove convivono scientifico e Scienze Applicate».
Ma la «vigilanza» del Miur sul Piemonte va oltre. «Il Ministero ritiene che gli enti locali abbiano accolto - spiega Pappalettera - troppe richieste di attivazione dei licei delle Scienze Applicate e delle Scienze Umane ad indirizzo economico. In prospettiva Scienze Applicate, che non ha latino e utilizza docenti della classe di concorso Italiano e storia, rischierebbe di produrre soprannumeri della classe Italiano e latino impiegata nello scientifico tradizionale. Per questo il Miur ha bloccato le nuove istituzioni: se non ci sarà un numero di pensionati che compensi, le scuole dovranno tornare ai vecchi indirizzi».
Intanto, è anche su 229 di quei 1466 tagli che il sindacato cerca chiarimenti. «Erano tagli in organico di fatto, lo scorso anno. Ora Tremonti chiede di sopprimerli in pianta organica, in diritto. Vogliamo capire - dice Aschiero, che come Flc-Cgil ha richiesto al Miur una risposta specifica - se sarà così. La sola attenuazione agli effetti dei tagli potrebbe venire da un ripensamento su questi posti».