Adige-In Trentino il tutor è collettivo
Cultura (pag.16) In Trentino il tutor è collettivo La nuova funzione affidata all'intero corpo insegnante Il ministro Letizia Moratti assieme al presidente della Provincia, Lorenzo Dellai...
Cultura (pag.16)
In Trentino il tutor è collettivo
La nuova funzione affidata all'intero corpo insegnante
Il ministro Letizia Moratti assieme al presidente della Provincia, Lorenzo Dellai
Il tutor non piace. Come sta peraltro accadendo in gran parte d'Italia, la maggior parte delle scuole trentina ha rifiutato uno degli aspetti qualificanti della riforma Moratti. Lo evidenzia una breve indagine condotta in alcuni istituti comprensivi della provincia; sebbene non esaustivo, il sondaggio rivela un punto di vista piuttosto diffuso fra gli insegnanti.
La posizione predominante sembra accettare la necessità di avviare in ogni caso la funzione tutoriale senza tuttavia individuare la specifica figura del docente che dovrebbe ricoprirla. Un tutoraggio senza tutor, insomma, ma con una responsabilità collettiva affidata all'intero corpo insegnante. Non va infatti dimenticato che la riforma è legge e va pertanto applicata. Questa scelta consente tuttavia di disinnescare una delle parti della riforma che più ha suscitato perplessità e contrasti.
Qual è il compito del tutor? Deve coordinare il lavoro di tutto il gruppo dei docenti, curare i rapporti con le famiglie, consigliare e orientare i percorsi formativi degli alunni, compilare e aggiornare il portfolio (un altro dei fiori all'occhiello della riforma, un altro degli aspetti più contestati). Numerosi insegnanti hanno visto nell'istituzione del tutor la cancellazione di anni di collegialità. Il rifiuto del tutor appare dunque come la rivendicazione di un metodo di lavoro che non si vuole abbandonare. "Non si poteva dire di no alla legge, ma non si voleva dire di sì al tutor", come ha sintetizzato una dirigente scolastica.
Non mancano i problemi di carattere contrattuale. Soltanto da poco tempo il ministero ha infatti trasmesso all'Aran le direttive per l'avvio di trattative con i sindacati. Vanno definiti compiti, funzioni, compensi della figura del tutor. L'accordo sembra però ancora lontano. E non dimentichiamo che dopo l'accordo nazionale si dovrà avviare la trattativa in sede locale.
In Trentino la situazione appare piuttosto definita. "In attesa di chiarimenti normativi e contrattuali - afferma Alberto Biamonte, dirigente dell'istituto "Trento 3" che comprende, fra le altre, le elementari Savio, De Gaspari, Nicolodi - abbiamo avviato la funzione tutoriale che è stata affidata alla collegialità, alla corresponsabilità e alla contitolarità dei docenti". Uguale la posizione assunta dall'istituto Aldeno-Mattarello: "Anche la gestione del portfolio - dichiara il dirigente Silvio Baldessari - è affidata alla responsabilità di tutti gli insegnanti".
All'istituto "Trento 4" (Madonna Bianca e Clarina, fra le altre) la decisione era già stata presa lo scorso aprile. "Abbiamo optato per una funzione del tutor diffusa e distribuita - spiega la dirigente Cecilia Niccolini - e anche il portfolio sarà introdotto in maniera morbida per documentare quei compiti educativi che la scuola ha sempre svolto". A Mezzocorona - lo precisa il dirigente Carlo Gabardi - è stata definita un'organizzazione che prevede la funzione tutoriale senza limitare la collegialità dei docenti. Simile la scelta a Lavis dove il collegio dei docenti non ha approvato i criteri per la nomina del tutor. E all'istituto comprensivo "Trento 6" (Bellesini, Cristo Re e altri plessi): "Non abbiamo indicato un insegnante in particolare - dichiara il dirigente Carmine Tirino - ma abbiamo preferito affidare a tutti i docenti la funzione del tutor".
Docenti e dirigente dell'istituto "Trento 2" (Cognola, S. Vito, Martignano) "condividono l'idea che la riforma sia da assumere personalizzandola all'identità culturale della nostra scuola, adattandone l'applicazione alla nostra sensibilità". In pratica la funzione tutoriale à stata affidata a due docenti per ciascuna classe. Rinviata ogni decisione all'istituto "Trento 5" (Sanzio, Crispi, Solteri): "Il collegio dei docenti - ricorda la dirigente Ivana Pulisizzi - ha preferito attendere in mancanza di dettagli importanti. La funzione tutoriale verrà in ogni caso garantita".
Parzialmente diversa la situazione a Pergine. All'istituto "Pergine 1" il collegio dei docenti non ha deciso alcun criterio per la nomina del tutor e allora la dirigente ha investito del problema il consiglio di istituto che ha scelto la volontarietà, l'anzianità di servizio e il possesso di titoli culturali. "Adesso procederò con le nomine - dichiara la dirigente Giovanna Campagnolo - perché la legge va rispettata". All'istituto "Pergine 2" la figura del tutor esiste da prima dell'approvazione della riforma. Nessuna novità dunque nella scuola diretta da Antonio Di Seclì: "Il tutor svolge 15 ore di attività con gli alunni, non necessariamente di insegnamento".