Addio lezioni. Trecento prof "perdono" la cattedra
Torino. Nel gergo si chiamano "soprannumerari": il ministero ha affidato un certo organico all´istituto scolastico e loro non vi rientrano. Il fatto è che si tratta di 270 docenti delle superiori e di 33 delle medie che spesso insegnano in quella scuola da anni.
di Stefano Parola
Per gli studenti sono le ultime ore di fatica, perché domani finisce ufficialmente l´anno scolastico. Per 303 professori del Torinese sono invece le prime ore di angoscia per il futuro. Perché in questi giorni hanno ricevuto una lettera in cui la loro scuola gli comunica che il prossimo anno la loro cattedra non ci sarà più. Insomma, sono di troppo.
Nel gergo si chiamano "soprannumerari": il ministero ha affidato un certo organico all´istituto scolastico e loro non vi rientrano. Il fatto è che si tratta di 270 docenti delle superiori e di 33 delle medie che spesso insegnano in quella scuola da anni.
Persone come Antonio Mandarano, insegnante tecnico-pratico all´Itis Avogadro, che racconta: «Fino a due anni fa eravamo in undici con la mia qualifica, ma l´anno prossimo resteranno in quattro. Io, dopo 22 anni che lavoro in questa scuola, sarò costretto a fare domanda di trasferimento e cercare una cattedra altrove. Insomma, quello che non ho fatto da precario lo faccio adesso».
Colpa della terza tranche di tagli ministeriali, che ha ulteriormente ridotto gli organici. In parte la sforbiciata sarà assorbita dalla diminuzione delle ore di lezione prevista dal riordino delle Superiori, che dall´anno prossimo riguarderà il primo biennio. Ma non sarà sufficiente. E la conseguenza è che, dice Tommaso De Luca, preside dell´Avogadro e presidente dell´associazione di scuole Asapi, «la classe di concorso più colpita è proprio quella dei docenti tecnico-pratici, che si occupano delle attività di laboratorio. Insegnamenti fondamentali per gli istituti tecnici e professionali, perché garantiscono un legame diretto con il mondo del lavoro».
Spiega il segretario della Flc-Cgil Piemonte, Rodolfo Aschiero, che «i tagli sono stati tali da costringere l´Ufficio scolastico provinciale a mantenere le materie di base come italiano e matematica e a ridurre le ore complementari e di laboratorio». Per fortuna, l´allarme per i soprannumerari potrebbe rientrare: «In questi giorni – dice Aschiero – è stato attribuito alle scuole l´organico "di diritto", ma nuove cattedre dovrebbero spuntare in quello "di fatto". In più, l´Ufficio scolastico regionale ci ha assicurato che chiederà al ministero un pacchetto ulteriore di posti per risolvere queste situazioni».
Se così non dovesse essere, i soprannumerari si troveranno ad agosto ad andare a caccia delle cattedre libere negli altri istituti. E sulle poche che resteranno a disposizione si fionderanno i docenti precari. Tra l´altro, quelli che mirano all´assunzione quest´anno dovranno vedersela con i cosiddetti inserimenti "a pettine". Il ministero ha infatti previsto la riapertura delle graduatorie e ha dato facoltà agli aspiranti prof di cambiare la provincia di iscrizione senza però perdere i punteggi acquisiti. Il timore della Lega è che «assisteremo a un esodo dal Sud al Nord», come sostiene il vicepresidente del Consiglio regionale Riccardo Molinari. Che in difesa dei docenti che risiedono in Piemonte ieri ha presentato un ordine del giorno «per chiedere al governo di tutelare chi ha maturato la legittima aspirazione ad ottenere una cattedra, ad esempio con l´approvazione della proposta dei parlamentari leghisti di un punteggio aggiuntivo ai docenti che rimangono nella graduatoria di residenza».