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Oggi la Costituzione è andata a scuola!

Il 29 maggio 2008 a Roma Convegno nazionale "La Costituzione va a scuola. Per una didattica della Costituzione e della cittadinanza".

29/05/2008
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Un incontro tra vecchi e giovani. I vecchi sono gli ex parlamentari e soprattutto un ex presidente della Repubblica, il Senatore Oscar Luigi Scalfaro, di quasi 90 anni; i giovani sono gli studenti delle scuole, giovanissimi quelli delle elementari e poi una generazione di mezzo, quella dei loro insegnanti. Si sono incontrati per parlare di Costituzione, una giovane di 60 anni .

Oggi nella sede dell’Associazione degli ex parlamentari della Repubblica la Costituzione è andata a scuola , perché, come ha spiegato Franco Coccia, presidente dell’Associazione, aprendo i lavori, “alla scuola è affidata la trasmissione dei principi costituzionali che fondano la Repubblica”. Coccia ha voluto anche ricordare che la Carta europea dei diritti dei cittadini, che entrerà in vigore nel 2009, attinge a piene mani dalla nostra Carta fondamentale.

Domenico Rosati, che nell’Associazione degli ex parlamentari si occupa di cultura, si è chiesto se la conoscenza della Costituzione sia diffusa tra i giovani e incida nella formazione delle loro coscienze. Ha constatato che “purtroppo il panorama non è brillante”, basti pensare alla crisi di una disciplina come l’educazione civica che non ha mai attecchito nella scuola. C’è anche una responsabilità della politica – ha detto Rosati – se c’è stata una scarsa conoscenza della Costituzione, quasi questa fosse un riserva dell’accademia e degli addetti ai lavori. E invece la Costituzione è un corpo vivo che può servire da orientamento per i cittadini, è un denominatore comune laicamente praticabile nell’insieme dei principi che esprime e nell’insieme di regole che si dà per applicarli.

Omer Bonezzi, presidente di Proteo Fare Sapere, ha ricordato che vi sono molte esperienze interessanti di didattica della Costituzione, dai consigli comunali dei ragazzi all’adozione di articoli della Carta a laboratori, ma sono ancora episodiche. Nell’indicazioni sui curricoli, emanate prima da Moratti e poi da Fioroni, c’è poca Costituzione, ha detto Bonezzi e inoltre per evitare il curricolo ricorsivo si propone uno studio della storia sbagliato: le origini alle elementari fino al Novecento nelle scuole superiori, ma così si creano dei vuoti. Bonezzi ha sostenuto l’importanza di costruire un progetto anche ricorrendo a momenti simbolici se questi possono servire a praticare la democrazia.
Negli auspici degli organizzatori l’iniziativa di oggi non è la conclusione di un percorso, ma solo una tappa.

Molto emozionante è stato il discorso di Oscar Luigi Scalfaro. Il Presidente emerito della Repubblica ha attinto molto ai suoi ricordi personali. Aveva 27 anni quando è stato eletto alla Costituente, la prima assemblea eletta a suffragio universale nella storia d’Italia. Incontrò personaggi per lui mitici come Vittorio Emanuele Orlando, Francesco Saverio Nitti, Umberto Terracini... “Arrivando a Roma da Novara ebbi la sensazione di stare dentro a un’impresa storica”. Ricorda le polemiche anche dure tra i costituenti su diverse questioni, come l’istituzione delle regioni, il ripudio della guerra, il riconoscimento della persona come un prius, se mettere un “cappello” o meno alla Carta, se la Repubblica dovesse fondarsi sul lavoro o sui lavoratori... Ma il tema dominante che accomunava i costituenti, che venivano da esperienze diverse e avevano diversi riferimenti ideologici e culturali, era “scrivere una carta per il popolo italiano, costruire un denominatore comune”. Il Presidente ricorda anche una zuffa tra comunisti e democristiani e lo strabiliante commento di De Gasperi, che, pur non elogiando il tafferuglio, non si scandalizzò, anzi raccontò allo stupito Scalfaro di quando scoppiò una lite con sparatoria nel parlamento austriaco di cui egli era giovane deputato. La verità era che le polemiche politiche, quelle che animavano anche le piazze italiane, venivano discusse nella Costituente, che era fortemente rappresentativa dei cittadini italiani, e il dibattito in aula su temi difficili allentava di fatto la tensione. I costituenti litigavano, ma poi scrivevano insieme gli articoli della Costituzione. Prevaleva il senso del dovere e della responsabilità, ciascuno sapeva di avere ricevuto un mandato dall’elettore: scrivere la Costituzione. Di fronte alle divisioni cercavano il “denominatore comune”, la spinta comune che era l’antifascismo, era ritrovare quei valori che il fascismo aveva cancellato. Anche nei momenti successivi, quando le divisioni era più accentuate, dopo il 1948, gli antagonisti sapevano mostrare ammirazione l’uno dell’altro, perché, come De Gasperi spiegò a Scalfaro, avevano sofferto insieme, la perdita della libertà, la galera, la guerra, le deportazioni, le perdite di persone care. Da questa sofferenza – ha ricordato con commozione il Presidente – “nasce il marchio della Costituzione: la persona umana”. Scalfaro si è molto soffermato su questo punto, anche alla fine del suo discorso rispondendo alla domanda di una studentessa. L’articolo 2 dice la Repubblica riconosce e garantisce la persona umana, cioè la persona umana è un prius e lo Stato posterius: un ribaltamento totale rispetto alla legislazione fascista che postulava la possibilità di sospendere i diritti, quei diritti indisponibili poi ben espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, laddove si dice che ogni essere umano nasce libero e uguale. Non c’è nessuna concessione da parte dello Stato, la persona nasce ed è titolare di diritti, per sua natura. “La democrazia si fonda sulla dignità e sui diritti della persona umana”. Il fascismo aveva negato il diritto alle persone. La Carta costituzionale è quindi dichiarativa, è la presentazione del nostro paese, dice chi siamo: uguaglianza, diritti e doveri, lavoro. La nostra Costituzione, prosegue Scalfaro, presenta l’Italia al mondo col volto della pace. L’Italia ripudia la guerra, perché il no alla guerra o è definitivo o non conta nulla. È facile essere contro la guerra di fronte alle macerie ancora fumanti, l’importante è impedire che succeda anche nel futuro. Il Presidente ricorda quando Giorgio La Pira propose di scrivere che la Costituzione veniva emanata “in nome di Dio”. L’assemblea si oppose dopo una discussione rispettosissima. Si opposero anche i cattolici. L’argomentazione definitiva fu che non si può mettere un “cappello” alla Costituzione e che essa deve avere forza anche per chi non crede in Dio o crede in un altro Dio. Deve essere di tutti. Naturalmente la Costituzione è modificabile, ma mai a spese del Parlamento. E qui ha ricordato il referendum del 2006, quando oltre il 60% dei votanti ha respinto una modifica della Costituzione che toglieva poteri al Parlamento per spostarli sull’esecutivo e sul Presidente del Consiglio. Una minorazione del Parlamento è una violazione etica di sacri principi su cui si fonda la nostra democrazia. Il Presidente ha concluso invitando i giovani a leggere la Costituzione.

È stata poi la volta delle “testimonianze dal mondo della scuola”.
La scuola elementare di Montesano sulla Marcellara, in provincia di Salerno ha lavorato sulla domanda: “ La Costituzione si può insegnare alla scuola elementare?” La risposta l’hanno data l’insegnante Giovanna Botta e l’alunno Rocco Scianguetta, seguendo un canovaccio quasi teatrale, alternandosi tra loro e con l’aiuto di schede proiettate e di un video hanno raccontato di una ricchissima esperienza che gli ha permesso di “attualizzare” la Costituzione. Hanno intervistato gli anziani del paese e fatto ricerche per ricostruire la storia e le tradizioni del loro territorio, ne è venuto un libro di favole locali, perché la Costituzione parla di sviluppo della cultura. Per studiare l’articolo 3, uguaglianza dei cittadini a prescindere da razza, religione, sesso ecc., hanno letto due libri, Robinson Crusoe e I viaggi di Gulliver, per concludere che, a differenza di Robinson, Gulliver era aperto alle culture diverse. Hanno organizzato un balletto per rappresentare i costumi di popoli diversi. Sulla pace hanno inventato un puzzle che gli ha valso il titolo di ambasciatori dell’Unicef. Prendendo spunto dall’art. 17, la libertà dei cittadini di riunirsi in pubblico, hanno ricostruito un tragico episodio del loro paese, lo sciopero del 19 dicembre 1943 represso nel sangue dalla milizia fascista.

La scuola media “G. Guinizelli” di Bologna ha lavorato sul tema “ Praticare la democrazia, conoscere la Costituzione”. L’insegnante Carlotta Pavanelli, accompagnata da due alunni Maria Flora Amodeo e Giacomo Crisigiovanni, ha raccontato le buone pratiche democratiche che hanno esercitato in classe in varie occasioni nelle quali ciascuno presentava e motivava una proposta, ad esempio leggere un libro, e dopo una discussione si votava e tutti accettavano la decisione della maggioranza. Questo è successo anche quando hanno dovuto scegliere i due ragazzi che sarebbero venuti a Roma. L’unico invito dell’insegnante è stato che si votassero due nomi, quello di una ragazza e quello di un ragazzo. L’esperienza più significativa è stata la simulazione di una seduta del consiglio comunale che si è svolta proprio nella sala consigliare del Comune di Bologna con l’aiuto del presidente dell’assemblea cittadina. Questo è servito ai ragazzi per capire, non solo il senso della partecipazione a un processo decisionale, ma anche per capire – come loro stessi hanno detto – le notizie del telegiornale. Giacomo ha voluto precisare che la Costituzione non va ricordata solo nelle ricorrenze perché la libertà e il sistema dei diritti e dei doveri fa parte della vita; e Maria Flora ha detto che ha capito l’importanza di vivere in una democrazia, dove ognuno può dire la propria opinione e ogni voto ha lo stesso valore.

Il Liceo scientifico “G. Galilei” di Caravaggio, in provincia di Bergamo, ha lavorato su “ Cittadini consapevoli e orgogliosi della propria Costituzione”. La docente May Amodeo ha illustrato i diversi progetti su cui si sono impegnati e le varie fasi di costruzione del lavoro che poi ha portato alla produzione di un DVD da parte degli studenti. Hanno lavorato soprattutto sui primi 59 articoli. Due sezioni del DVD sono dedicate ai giovani e la Costituzione, con varie interviste a coetanei e un quiz “verifica le tue conoscenze”, utile per fugare eventuali lacune. La parte, forse più difficile, è stata la ricostruzione storica della Costituzione, gli eventi immediatamente precedenti e tutta la fase costituente. Il racconto è supportato da immagini e foto d’epoca. Il lavoro è stato svolto da studenti degli ultimi due anni, alcuni dei quali elettori per la prima volta, ed è stato esemplare di un dibattito e un confronto di altissimo livello che poi ha dato un prodotto condiviso. In sostanza questi studenti, di appartenenze politiche e opinioni molto diverse tra loro, hanno vissuto – in piccolo – l’esperienza dei costituenti, dimostrando che il dialogo e il rispetto reciproco sono pratiche democratiche che danno dei risultati che soddisfano tutti.

Infine il Liceo Classico “D. Alighieri” di Roma ha lavorato su “ Come trasmettiamo il diritto alla cittadinanza”. La docente Daniela Franco ha spiegato che conoscere la Costituzione è anche educare alla legalità e la legalità si fonda anche sull’istruzione. Per questo la scuola è un luogo deputato a formare una coscienza civile e democratica. La docente ha sottolineato la responsabilità degli insegnanti di dare alle nuove generazioni il testimone che essi a loro volta hanno ricevuto dalla generazione precedente, quella che dopo la dittatura e la guerra ha ricostruito l’Italia e la democrazia. L’alunna Carlotta La Rocca ha raccontato che lavorare sulla Costituzione ha fatto capire agli studenti l’importanza del dialogo che ha portato al capolavoro della nostra Carta fondamentale. L’alunna Giulia Tartaglia ha raccontato il percorso scolastico indirizzato verso lo sviluppo del senso civico, il lavoro in classe e i laboratori pomeridiani sulla storia del Novecento. In particolare ha raccontato che gli studenti hanno scelto un luogo della scuola, quello che sentono più loro, perché è lì che si incontrano nei momenti di pausa, i bagni, per illustrare gli articoli della Costituzione. Hanno ripulito tutte le pareti e poi hanno cominciato a fare i disegni. Nessuno ha osato imbrattare i disegni degli altri e tutto si è svolto nel massimo rispetto.

Roma, 29 maggio 2008

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