L’iniquità
dell’ultima legge finanziaria ha sollevato una vasta ondata di
proteste e lamentele per i tagli ai finanziamenti degli Enti
locali e delle Pubbliche amministrazioni. E’ lieto solo Tremonti
e tutti i grilli parlanti della maggioranza che gli girano attorno
con dichiarazioni a cliches, recitate con convinzione, per
abbindolare la popolazione.
Le
Università non si salvano da questo scempio. In materia di
personale, al pari delle altre pubbliche amministrazioni, potranno
avvalersi di personale a tempo determinato e/o con contratti di
collaborazione coordinata e continuativa
nel limite del 60% della spesa sostenuta per lo stesso fine
nel 2003; sono fatti salvi i contratti e le assunzioni i cui oneri
non risultino a carico del FFO. Ciò comporterà l’impossibilità
di rinnovare i contratti a molti lavoratori che invece speravano
in una stabilizzazione.
Un’altra
chicca è relativa alla istituzione del Consiglio Nazionale per la
valutazione del sistema universitario e della ricerca. Sostituirà
il Comitato oggi esistente. Sarà composto da 15 membri anche
stranieri, e sarà finanziata con un taglio al FFO pari all’1‰
che sembra una vera esagerazione (circa 7 milioni di euro/anno).
Sul
versante delle risorse per i rinnovi contrattuali i tagli sono
ancora più evidenti. Il Governo ha inteso onorare l’accordo
sottoscritto il 27/5/2005 per la chiusura del biennio economico
2004-2005 stanziando per tutti le risorse necessarie. Ma, ahimè,
le ha sottratte dalle risorse necessarie per i rinnovi dei
contratti del biennio 2006-2007. Così nell’imminenza
dell’apertura della nuova tornata contrattuale mancano le
risorse. E, senza risorse non è possibile stipulare contratti.
Ma,
al di là dei tagli ai finanziamenti, è significativo
l’intervento a gamba tesa del Governo su molte materie
contrattuali, che vengono violentate e stravolte con disarmante
disinvoltura.
Viene
imbrigliata la contrattazione integrativa: dal 2006 il totale del
fondo per il trattamento accessorio non potrà eccedere quello
previsto per il 2004, come certificato dagli organi di controllo,
ai quali viene affidato il compito di vigilare sul rispetto della
normativa. E, in mancanza di tale certificazione, si aggiunge il
divieto di costituire il fondo. Inoltre, per il triennio 2006-2008
le somme destinate al lavoro straordinario dovranno essere ridotte
del 10% rispetto a quelle destinate a tal fine nel 2004.
Altre
disposizioni che colpiscono il personale riguardano i compensi
rivenienti dalla cosiddetta legge Merloni, la determinazione
dell’equo indennizzo, alcune norme contrattuali che pongono
alcune spese di cura a carico delle amministrazioni. Al di là
degli slogans del Governo, di segno opposto, questa è certamente
una maniera di “mettere le mani nelle tasche degli italiani”
pensando di non farsi accorgere!
Viene
reintrodotto l’obbligo di permanenza per 5 anni nella sede di
prima destinazione dei vincitori di concorsi. Epperò, nel mentre
si vessa la generalità del personale, per chi sta “vicino al
sole” (ministeriali) si stanziano ben 15 milioni di euro per il
2006 e 20 milioni di euro per il 2007 per avviare concretamente il
discorso della vicedirigenza!
Per
le Università, infine, vi sono altre misure restrittive: nel
mentre dal 2006 non potranno spendere, per organizzare Convegni,
Mostre, rappresentanza, ecc., più del 50% degli importi per lo
stesso fine spesi nel 2004, potranno viceversa continuare ad
avvalersi di consulenze esterne le quali, spesso, nascondono
rapporti clientelari intrattenuti dalle amministrazioni. Dovranno,
altresì, ridurre del 10% gli importi risultanti al 30 settembre
2005 per diverse voci di spesa tra le quali anche l’acquisto e
la manutenzione di auto e i compensi e gettoni per gli organi
collegiali.
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